Interlocutorio l’incontro di stamattina tra il premier Mario Draghi e i rappresentanti dei sindacati Cgil, Cisl e Uil. Sul tavolo i salari, le pensioni, il cuneo fiscale, la retribuzione minima e il rinnovo dei contratti. Ma si è parlato molto poco di numeri e ci si è dati appuntamento al 26 o 27 luglio per un nuovo confronto in cui sviscerare più tecnicamente i temi posti. Con una seduta preliminare forse sul salario minimo il 23 luglio. Ma intanto bisognava vedersi, perché la crisi sociale morde sempre di più e servono soluzioni veloci.
Salario minimo
«Il governo sta lavorando a un meccanismo che tenga insieme il valore positivo della contrattazione collettiva e l’esigenza di un salario minimo per chi non beneficia della contrattazione o per chi ha contratti cosiddetti “pirata”. L’ipotesi su cui lavoriamo, che ha raccolto un preliminare consenso, riguarda la possibilità di usare come riferimento contratti più diffusi o firmati delle organizzazioni maggiormente rappresentative. Significherebbe legare il minimo salariale per comparto alla migliore e più diffusa contrattazione», ha detto il ministro del Lavoro Andrea Orlando, presente al tavolo. «Privi di contratto sono 2,5-3 milioni di persone».
Forse un nuovo decreto
Su ognuna delle questioni affrontate non è escluso che si facciano degli incontri ad hoc. Per l’abbassamento del cuneo fiscale servirebbero 4-5 miliardi, per il rinnovo della contrattazione circa 8. E Draghi allora apre alla possibilità di un nuovo decreto da almeno dieci miliardi, che in parte riprenda gli elementi compresi nel Dl Aiuti. Il caro bollette infatti sarà un problema che non ci si lascerà presto alle spalle. Dopo l’incontro il presidente del Consiglio è rimasto a parlare con Orlando e il ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, il quale ha partecipato al vertice. C’è dunque la decisione di mettere i primi paletti per qualche intervento.
Cisl: un decreto subito prima della pausa
«Un incontro positivo, potenzialmente decisivo. Il governo ha condiviso la nostra impostazione e conta di deliberare prima della pausa estiva per salari, pensioni e reddito delle famiglie», ha detto il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra al termine del faccia a faccia.
Cigl senza entusiasmi
Più cauto Maurizio Landini: «Il Governo ha annunciato che intende fare un provvedimento entro il mese di luglio, ma i contenuti non li conosciamo. Numeri non ci sono stati fatti. Ci si è fermati a temi come la difesa del potere d’acquisto, la precarietà, il salario minimo. Al momento non abbiamo risposte. Abbiamo ribadito che dobbiamo agire e non possiamo aspettare la legge di bilancio».
Uil: gli aumenti non siano farlocchi
«Sull’emergenza bollette, sui salari e sulle pensioni abbiamo chiesto al Governo di intervenire subito – ha spiegato Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil – Bisogna detassare gli aumenti contrattuali e la contrattazione di secondo livello e aumentare il netto in busta paga».
Tutto ancora da vedere quindi. Ma le sigle non staranno certo ad aspettare.