Politica
Doppio lavoro, Fondazione Inarcassa presenta lo studio del Centro Bachelet della LUISS in collaborazione con l’università di Cassino
Di Alessandro Cozza
“Doppio lavoro”, possono la libera professione e la pubblica amministrazione, ognuna nel proprio ambito, essere alleate per rendere più efficiente il nostro paese? Questo il tema del convegno, voluto da Fondazione Inarcassa, che si è tenuto questa mattina presso la sala Capranichetta a Roma. Nel corso dell’evento è stata presentata la ricerca elaborata dal Centro di ricerca sulle amministrazioni pubbliche “Vittorio Bachelet” della LUISS sul fenomeno del “doppio lavoro”. Partendo dal principio di esclusività della prestazione lavorativa sancito dall’articolo 98, comma 1, della Costituzione, la ricerca promossa da Fondazione Inarcassa si propone di offrire un quadro di analisi multidisciplinare, sul piano normativo e giurisprudenziale, che consideri i conflitti di interesse e limiti il proliferare del “doppio lavoro” nel pubblico impiego.
“Quello che affrontiamo oggi è un tema che i nostri iscritti vedono spesso come una forma di concorrenza sleale”, ha spiegato in apertura dei lavori il presidente della Fondazione, Franco Fietta. “Partendo dal principio di esclusività della prestazione lavorativa sancito dall’articolo 98, comma 1, della Costituzione, secondo cui i pubblici dipendenti sono al servizio esclusivo della nazione, l’analisi affronta la tematica sotto i diversi profili rappresentati dal lavoro pubblico e da quello privato, con un focus specifico sull’affidamento degli incarichi di progettazione”.
In un quadro normativo quanto mai complesso, le istituzioni e le associazioni di categoria concordano sulla necessità di dover fare chiarezza su alcuni aspetti lasciati oggi alla libera interpretazione del singolo. Tra i temi di maggiore interesse c’è quello dell’ingresso dei dipendenti tecnici della P.A. nel campo della progettazione, sviluppatosi anche grazie agli incentivi previsti dal nuovo codice dei contratti. Un’invasione di campo – a detta della Fondazione – che contraddice la necessità di concentrare l’attività della P.A. nell’attività di programmazione e controllo, prevedendo anche il supporto con adeguati strumenti. Se invece, in ossequio al principio del risultato introdotto dal nuovo codice, fosse premiato il rispetto della programmazione, probabilmente si avrebbe un minor numero di criticità e una maggiore attenzione ai tempi di realizzazione delle opere.
Grazie al contributo dei rappresentanti dei consigli nazionali degli architetti e degli ingegneri si è entrati nel cuore del problema. A presentare lo studio è stato il Prof. Bernardo Giorgio Mattarella, Direttore del Centro di ricerca “Vittorio Bachelet” della LUISS. Il documento “Dipendenti pubblici e incarichi extraistituzionali. Analisi multidisciplinare del quadro normativo e giurisprudenziale” è stato sviluppato da un gruppo di ricercatori del Centro di Ricerca sulle Amministrazioni pubbliche, tra i quali Daniela Bolognini e Antonio Ricci dell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. La ricerca affronta una tematica ampia, articolata e complessa sotto tre diversi profili: quello del diritto del lavoro pubblico, contrattualizzato e in regime di diritto pubblico; quello del diritto del lavoro privato ed infine quello del diritto dei contratti pubblici, con specifico riferimento all’affidamento degli incarichi di progettazione.
Ad ascoltare e prendere nota di quanto emerso, era presente l’On. Andrea de Bertoldi (FdI), membro della commissione Finanze. “Il tema del doppio lavoro è quanto mai attuale ma soprattutto, aggiungo, giusto. Io sono un cultore della meritocrazia. Per questo, sono assolutamente favorevole a far si che, qualora ci siano professionalità molto particolari e specializzate, allora si prendano in prestito dalla pubblica amministrazione. Purtroppo, invece, nel nostro Paese questo non accade perché spesso avviene che ci sia un doppio impegno anche qualora quel lavoro, in ambito privato, lo possa fare chiunque altro. Ecco, su questo dobbiamo intervenire per tutelare i liberi professionisti. Condivido in pieno quanto discusso questa mattina, e aggiungo anche che dovremmo tutelare e valorizzare ancora di più i ragazzi nel nostro settore. Giovani e merito, questi dovrebbero essere i pilastri che dovrebbero regolamentare il perimetro del doppio lavoro. Mi prendo l’impegno di portare queste osservazioni in parlamento partendo da un confronto dentro il mio gruppo di appartenenza. Porrei un limite: il doppio incarico permesso solo in casi eccezionali legati alla necessità del supporto di figure altamente qualificate”, ha detto de Bertoldi a conclusione dell’evento.
La disciplina di riferimento sul “doppio lavoro” è oggi molto articolata, ed è opinione comune e diffusa che sia necessario semplificare e fare chiarezza. Occorre mettersi a lavoro, le associazioni di categoria nel fare proposte, le istituzioni nel recepirle e concretizzarle.