Politica

Di Maio e Guerini: il punto sulle missioni internazionali dell’Italia

08
Luglio 2021
Di Flavia Iannilli

L’impegno internazionale dell’Italia si può sintetizzare in tre punti: rafforzare ruolo del Paese nelle organizzazioni internazionali (NATO, UE e ONU), contribuire alla sicurezza internazionale, garantendo presenza come fattore di stabilità in tutti gli scenari che possono avere ricadute su Europa e Italia stessa e fornire un concreto contributo allo sviluppo della cooperazione per supportare la costituzione delle istituzioni nei Paesi in cui opera l’Italia, tutelando gli interessi nazionali.

Dal quadro della situazione fornito dal Ministro della Difesa Lorenzo Guerini si sviluppa l’audizione, insieme al Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, presso le commissioni di competenza dei ministeri di Camera e Senato, sulla partecipazione dell’Italia alle missioni internazionali.

Nell’aera del Mediterraneo è in atto un processo di territorializzazione e competizione che attiene al controllo delle risorse energetiche. Le missioni “Mare Sicuro” e “Irini” (che ha l’obiettivo di contrastare il traffico di armi verso la Libia in ottemperanza all’embargo posto in atto dalle Nazioni Unite) sono la colonna vertebrale della presenza italiana nel Mediterraneo. A queste si aggiunge il contributo nell’operazione NATO “Sea Guardian” e altre attività di cooperazione nell’area. In merito Guerini fa riferimento alla recente decisione parlamentare di istituire una zona economica esclusiva nazionale e aggiunge: “E’ evidente che nella sua concreta attuazione sarà altrettanto importante la sua tutela, a garanzia dei nostri diritti e per il contrasto delle azioni illegittime”. Questo il motivo per cui si sta aggiornando la Strategia della Difesa per il Mediterraneo per valorizzare a 360 gradi la presenza delle Forze Armate.

Sull’importanza delle missioni internazionali l’On. Ferrari (Lega): “Il Mediterraneo allargato è il nostro focus sia perché ci viene chiesto dagli alleati e sia per una scelta strategica degli Usa, questo comporta un maggior impegno, ne abbiamo la capacità e soprattutto la volontà politica di assumere questo ruolo? Sia per i finanziamenti e sia di prendere decisioni che comportano scelte conseguenti all’assunzione di questo ruolo?” Guerini risponde: “Concentriamo gli sforzi nella macro area del Mediterraneo allargato in cui le regioni presenti sono interconnesse a livello economico e di sicurezza reciproca anche se differenti. E’ uno spazio che richiede capacità di approccio su direttrici multiple dalla sicurezza cooperativa fino alla gestione delle crisi, questo richiede uno strumento militare adeguato e in questa direzione vanno gli investimenti futuri per svolgere al meglio il ruolo centrale che vogliamo avere”.

Una minaccia grave e diretta alla sicurezza italiana è rappresentata dall’area del Sahel che presenta alcune specifiche criticità. Un territorio particolarmente instabile sia a livello politico che sociale, con l’aggravante della povertà dal punto di vista economico-sociale. Un’area fertile per gli estremisti di matrice jihadista e attraversata da traffici illegali di ogni natura che rappresentano un pericolo diretto per la sicurezza dell’Europa e dell’Italia stessa. La Difesa, specifica Guerini, opera nella regione su più direttrici: dalle iniziative dell’Ue (Eutm Mali, Eucap Sahel Mali e Eucap Sahel Niger) a quelle multilaterali della Coalizione per il Sahel (Task Force Takuba). A queste si affiancano le attività condotte in tutta la regione con approccio bilaterale, come la missione di assistenza ed addestramento “Misin” in Niger.

Sugli sviluppo nell’area interviene l’On. Iovino (M5S): “Come lei crede che si debba intervenire con impegno politico a sostegno della regione del Sahel?” Il Ministro Di Maio risponde: “Quanto riscontrato nelle mie visite in Niger e in Mali è che tutte le missioni che ci sono vengono percepite poco coordinate. Noi facciamo tutto ciò che è in nostro potere per sostenere Paesi che hanno molte aree sotto il controllo di organizzazioni terrorisitiche”. Dal Mali e dal Niger passano le due rotte migratorie che vengono verso l’Europa e sia l’instabilità che i cambiamenti climatici stanno creando il campo perfetto dove far proliferare le organizzazioni terroristiche combattute nel Medio Oriente. Di Maio aggiunge: “Noi abbiamo una sfida contro Daesh forte quanto in Siria e in Iraq che è quella da portare avanti nel Sahel, sono dimensioni inimmaginabili, la nostra azione è quella di dire ai partner della lotta all’Isis di coordinarci per fermare la proliferazione in Africa delle organizzazioni terroristiche”.

I Balcani rappresentano un’elevata priorità strategica e l’Italia nutre interesse per la stabilità dell’area. Per questo si proseguirà nelle operazioni NATO e Ue: Althea e Kfor. Per quest’ultima è previsto un incremento del contingente con assetti specialistici.

Il ruolo della comunità internazionale in Libano è “essenziale per invertire la dinamica aggravata da numerose crisi sovrapposte” dichiara Di Maio. Un Paese che vive una profonda crisi economico-istituzionale e che vede l’intervento dell’Italia sul fronte educativo, abitativo e sanitario attraverso la missione Mibil (Missione bilaterale italiana in Libano) e con la Forza di Interposizione in Libano della Nazioni Unite (Unifil) detenendo il comando della missione con il secondo contingente più numeroso. Le Forze Armate libanesi necessitano di un sostegno immediato, per questo Guerini specifica: “L’Italia, in virtù della storica vicinanza con il popolo libanese, si è già attivata su più fronti, attraverso l’azione sinergica del mio dicastero e di quello del collega Di Maio, allo scopo di soddisfare questa nuova emergenza, come fatto con l’Operazione ‘Cedri’”.

Punto nevralgico è la stabilizzazione della Libia, regione in cui sono stati ottenuti il cessate il fuoco e la creazione di una nuova autorità esecutiva unificata guidata dal presidente Mohamed Menfi con la nascita di un governo di unità nazionale presieduto dal premier Abdulhamid Dabaiba. Di Maio dichiara: “Oggi la Libia non è più un Paese dilaniato dal conflitto” ma una nazione con un governo impegnato in una transizione istituzionale con elezioni che si terranno il prossimo 24 dicembre. Nell’ambito delle attività marittime che vedono coinvolta la Difesa, si cercherà un maggiore coinvolgimento dell’Ue, con un rafforzamento del ruolo della missione “Irini” nell’addestramento e monitoraggio delle autorità marittime libiche, e un ruolo più definito, spiega Guerini, “delle strutture della Difesa italiana nei confronti della Marina libica”, in particolare “in termini di coinvolgimento diretto nelle attività da questa condotte”.

L’On. Quartapelle (PD) sulla questione: “Un nuovo Governo e la volontà di attori esterni come Russia e Turchia di non lasciare il paese con le proprie milizie. Il passaggio successivo, con impegno dell’Italia, è che la Libia abbia delle istituzioni” Di Maio risponde: “Libia il tema è legato a quello che vediamo in seno al nuovo Governo alle elezioni che saranno fondamentali, stiamo lavorando per questo. Il tema del ritiro dei combattenti stranieri è cruciale, la conferenza di Berlino ha portato ad una parte del nostro lavoro a far convenire alla maggioranza che si debba avviar e il ritiro, ma un governo legittimato potrà avere più forza a gestire il ritiro di queste truppe. Con l’Ue cerchiamo di rafforzare la partnership con il Nord Africa, creando un partenariato rafforzato che consenta ai nostri strumenti per la ripresa europea di poter essere dispiegati in questi Paesi a partire dalla Libia”. Anche il Ministro Guerini ribadisce la volontà dell’Italia, lato Difesa, di contribuire a questo processo.

Photo Credits: Il Manifesto