Politica

Di Maio apre ad alleanze post voto

18
Dicembre 2017
Di Redazione

Foto/ Il Foglio.it

 

«Se non raggiungiamo il 40% dei voti alle politiche, di certo ci prenderemo la responsabilità di assicurare un governo a questo Paese». Lo ha dichiarato il leader del Movimento Cinque Stelle, futuro candidato premier, Luigi Di Maio, ospite della trasmissione di Lucia Annunziata “Mezzora di più” su Raitre. E ha spiegato: «Faremo un appello pubblico la sera delle elezioni a tutti i gruppi parlamentari per chiedere di votare la fiducia alla nostra forza politica e al nostro governo sui temi. Quindi ci incontreremo alla luce del sole per spiegare quali sono i nostri obiettivi programmatici per cambiare il Paese. Prima si eleggeranno i presidenti delle Camere, dopo, con le adesioni andremo dal presidente della Repubblica. Egli vuole delle certezze e gliele daremo. Sono sicuro che Fi e Pd non fanno il 51% . Chi risponderà al nostro appello sarà incontrato per mettere in piedi le priorità del governo».

Di Maio precisa che quella del Movimento 5 Stelle «sarà una squadra di governo patrimonio del Paese. Stiamo coinvolgendo le migliori energie del Paese, non ne possiamo più di governi a scatola chiusa, avremo una squadra chiara». Il candidato premier M5S ha ribadito inoltre la volontà di eliminare le definizioni «tecnici, politici o società civile» per i membri del governo che «saranno competenti e con alta sensibilità politica» e «non faccio discriminazioni tra interni ed esterni» al Movimento.

Durante la trasmissione il leader M5S ha anche affrontato tematiche su cui si è ripetutamente espresso in queste ultime settimane. Su euro e Europa ha illustrato la sua personale strategia: «Voglio andare a cambiare alcuni vincoli che ruotano attorno all'euro, se ci riusciremo non ci sarà bisogno del referendum, altrimenti chiederemo agli italiani se l'Italia debba restare o no nella moneta unica. Il referendum sull'euro sarebbe un’extrema ratio perché sono cambiati i rapporti di forza all'interno dell'Ue. L'Italia può essere molto più forte».

Sul caso banche, Di Maio è ancora più netto: «Boschi è solo la punta dell'iceberg della vicenda perché da quelle poche informazioni che abbiamo dalla commissione d'inchiesta sta venendo fuori che erano coinvolti in una serie di aiuti ad amici degli amici, c'è anche il centrodestra, c'è Verdini, poi viene fuori che Boschi era stata da Vegas. Io voglio sapere quanto è coinvolto lo Stato? Quanti esponenti dello Stato sono coinvolti? Lo Stato o una parte dello Stato è ricattabile?».

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