Politica / Walking in the Bubble
Cosa pensa di fare il Centrodestra con le nomine in Eni ed Enel
Di Paolo Bozzacchi
L’inizio è la parte più importante del lavoro, scriveva Platone. E il centrodestra crede talmente nella vittoria alle elezioni politiche tra poco più di due settimane che ha già iniziato a ragionare sul dossier nomine dei manager di Stato. La scelta è molto politica: dare un segnale forte di discontinuità rispetto al passato o rassicurare i mercati con poco reshuffle. D’altronde il centrodestra non tocca palla sulle nomine dal lontano 2011. Con la crisi energetica che mostrerà parecchio i muscoli durante i mesi invernali, le aziende di Stato del settore energia (Eni ed Enel in testa) saranno guardate con molta attenzione dai cittadini, alle prese con bollette salate e rigoroso risparmio energetico. Il centrodestra, Giorgia Meloni in testa, sta ragionando su quanto seguire la politica economica di Mario Draghi. Così fosse (e sembra l’ipotesi al momento più gettonata), nella partita nomine dei manager di Stato potrebbero avere un ruolo di peso Fabio Panetta, dal 2020 in Bce come Membro del Comitato esecutivo, Stefano Donnarumma (Ad di Terna) e Andrea Abodi, presidente del Credito Sportivo.
Eni: conferma Descalzi più sì che no
Fine 2022 è la scadenza della nomina di Claudio Descalzi. La sua conferma, col Centrodestra al governo, non dovrebbe essere a rischio. Nel caso avranno pesato molto di più i buoni uffici del Quirinale che le sue partecipazioni alle recenti convention di Lega e Forza Italia. La reputazione dell’Ad di Eni, tra l’altro, è alta e in crescita. Lo testimonia la classifica di agosto Top Manager Reputation, che lo ha visto guadagnare due posizioni e riprendersi il vertice della Top100, col punteggio di 79,41. Dal punto di basso dei 72,88 punti toccato proprio nel mese di febbraio (quello dell’incipit del conflitto in Ucraina e del panico energetico) dopo un inizio anno in discesa, il punteggio di Descalzi è tornato stabile attorno agli 80 punti. Non solo. Eni ha fatto registrare una buona semestrale, siglato un nuovo contratto con l’Algeria e firmato un MoU con il colosso Arabia Saudita.
Enel: conferma Starace più che no che sì
La scadenza del mandato è nella primavera del 2023. Sulla carta, dunque, per la conferma in Enel il nuovo governo potrebbe avere più tempo per ragionare. Anche se Starace (come Descalzi) si è mosso in termini di riposizionamento partecipando alle convention di Lega e Forza Italia, questo potrebbe non bastare. Tanto che si è già scritto dei nomi di possibili successori: Matteo Del Fante da Poste Italiane o Stefano Donnarumma da Terna. Starace resta il manager dell’acquisizione di Endesa, della scommessa sulle rinnovabili decisamente anticipatrice, della vicinanza stretta con Matteo Renzi prima e con il Movimento 5 Stelle poi. Ha portato a casa per Enel un brillante +83% sui ricavi nel primo semestre di quest’anno. Anche se fa discutere l’indebitamento finanziario lordo, che a fine agosto ha superato quota 62 miliardi di euro. Dal punto di vista della reputazione Starace resta quotato. Nell’ultima classifica Top Manager Reputation è in discesa (78,23 punti), ma si piazza comunque sul più basso gradino del podio della Top100. Non è escluso che il ricambio in Enel possa essere utilizzato dal nuovo governo come argomento a sostegno della discontinuità. E Starace accasarsi altrove in una destinazione di livello.