Politica

Giustizia al servizio del Paese. La Corte dei conti dialoga a Palermo

12
Ottobre 2023
Di Giuliana Mastri

La Giustizia che pensa se stessa, e si interroga su come poter essere sempre meglio al servizio del Paese. In un periodo in cui tra l’altro la politica la sta riformando. Questo il senso del convegno, organizzato a Palermo a Palazzo Sclafani dalla Corte dei conti. L’iniziativa è di due giorni, domani sarà presente il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

In apertura sono stati ricordati i numeri del Rapporto Cepej sull’efficienza della giustizia italiana, sottolineando che la spesa statale per la giustizia è anche poco superiore la media europea, allo 0,30% del pil (82,15 € per abitante. Il 65% è stato speso per i tribunali, il 28% per le procure, il 7% per il gratuito patrocinio), e la densità di avvocati è il triplo della media europea. Ma c’è carenza di giudici e i processi durano di più della media europea. Anche perché farraginosi e pieni di cavilli che riescono a frenare i legali nella loro azione. I magistrati sono 12 per 100.000 abitanti, insufficiente anche il personale giudiziario (36 per 100.000) e i pubblici ministeri (4 per 100.000).

La durata media di un giudizio di primo grado è di circa due anni in ambito civile, un anno e mezzo nel penale (498 giorni) e più di due anni nel settore amministrativo. Per il secondo grado di giudizio, invece, i tempi di attesa per arrivare alla fine del procedimento sono di circa tre anni, sia nel civile che nel penale (per quest’ultimo esattamente 1.167 giorni).

«La vita e la crescita civile di una comunità si nutrono di etica dell’azione pubblica e di rispetto della legalità che devono animare con autorevolezza e con credibilità tutte le istituzioni, nell’interesse dei cittadini e a salvaguardia dell’eguaglianza sostanziale. A queste finalità contribuisce anche la magistratura che, per ben operare e garantire una diffusa ed effettiva tutela dei diritti, ha bisogno di precondizioni imprescindibili quali indipendenza e autonomia. Presidi che costituiscono patrimonio dello Stato di diritto e della nostra democrazia costituzionale, affidati anche al ruolo di indirizzo e di vigilanza dei nostri organi di autogoverno», ha detto il presidente della Corte dei conti Guido Carlino.

Secondo Angelo Canale, Procuratore generale, «L’indipendenza dal potere esecutivo ancora oggi caratterizza tutti gli interventi del procuratore generale, anche quando muove osservazioni, sempre costruttive, anche se talvolta critiche, in sede di giudizio di parificazione”. Va detto che anche attraverso le azioni risarcitorie promosse dai procuratori regionali, si attua quel principio di responsabilità che non può mancare, né essere depotenziato, perché esso rende più saldo l’ordinamento, mentre, viceversa, l’irresponsabilità ne costituisce fonte di disgregazione».

È intervenuto il presidente della Regione Sicilia ed ex presidente del Senato Renato Schifani, che così ha riflettuto: «La circostanza che le magistrature siano convenute a Palermo nel 75esimo anniversario dell’entrata in vigore della Costituzione riveste un importante valore simbolico per la città, ma anche per l’intera Sicilia. Nel corso del suo intervento, Schifani ha voluto ringraziare il presidente della Corte dei Conti Guido Carlino per avere promosso il convegno. Nel sottolineare il rapporto tra Costituzione e Statuto Siciliano, in particolare l’articolo 23, sulle sedi degli organi giurisdizionali centrali nell’Isola come per il Consiglio di Stato e la Corte dei Conti, il presidente ha ricordato che «ancora si attendono le norme di attuazione per la Corte di cassazione già oggetto di formale proposta da parte della Regione al Governo centrale». Sottolineando in conclusione: «È preciso impegno del mio Governo dotare sia il Consiglio di giustizia amministrativa che la Corte dei conti per la Regione Siciliana di nuove prestigiose sedi. Le sedi identificate sono Villa Belmonte, per la quale sono in via di definizione i lavori di manutenzione straordinaria, e Palazzo delle Finanze, una volta che sarà definito il trasferimento alla Regione da parte del governo centrale. “Il proficuo confronto con l’Agenzia del demanio potrà consentire, inoltre, di risolvere anche la questione di una sede appropriata per la Corte tributaria di secondo grado della Sicilia».