La corrispondenza è inviolabile, recita l'articolo 15 della Costituzione Italiana. Quindi anche la libertà di inviare messaggi personali (magari via Whatsapp o Telegram) va tutelata senza alcun tipo di controllo esterno, neanche da parte di organismi come l'AGCOM. Questo in sintesi il senso della lettera che un nutrito gruppo di Parlamentari, esperti e rappresentanti di organizzazioni della società civile ha inviato al Premier Giuseppe Conte, affinché il Governo tuteli al meglio e in ogni modo la corrispondenza privata (online) e la tenga alla larga da qualsiasi forma di controllo.
Ma andiamo con ordine: anzitutto va distinta nettamente l'inviolabile messaggistica privata e personale dalla condivisione di contenuti protetti dal diritto d'autore (illecita), come il caso degli articoli di giornale diffusi via Telegram ha messo in evidenza.
Qui il caso di specie è assai diverso, e riguarda tutti noi. Perché alzi la mano chi non abbia mai inviato un messaggio personale o privato utilizzando le più popolari piattaforme al mondo. Ed è una questione che attiene anche alla tutela della libertà di espressione.
La lettera a Conte porta le firme degli Onorevoli Alessandro Fusacchia, Alessandra Carbonaro, Paolo Lattanzio, Rossella Muroni, Erasmo Palazzotto e Lia Quartapelle. Insieme a Luca Bolognini (presidente dell'Istituto Italiano per la Privacy e la Protezione dei Dati), Fabrizio Barca (Coordinatore Forum Disuguaglianze e Diversità), Giulio De Petra (Direttore del Centro per la Riforma dello Stato), Patrizia Feletig (Presidente Copernicani) e Federico Ferrazza (Direttore Wired).
L'appello fa leva da un lato sulla direttiva UE 2019/790 in attesa di essere recepita e traposta dagli Stati membri. E dall'altro sottolinea come "in sede di conversione del decreto legge n.34 del 19 maggio 2020 è stata approvata una disposizione che estende le competenze AGCOM ai servizi di messaggistica che utilizzano indirettamente risorse di numerazione locale per compiere violazioni del diritto d'autore e dei diritti connessi. Lasciando intendere che l'Autorità possa monitorare anche i servizi di comunicazione interpersonale". Il nodo sta tutto qui: secondo i firmatari bisogna evitare eventuali controlli AGCOM sui nostri messaggi personali, potenzialmente restrittivi la libertà personale.
Di battaglie di e per la libertà ce ne è sempre bisogno.
Paolo Bozzacchi
photo credits: Gazzetta del Sud