Politica
Commissaria europea Johansson in audizione: “Su migrazione irregolare necessario sistema di solidarietà obbligatoria”
Di Valentina Ricci
Sulla gestione delle migrazioni da Africa e Medio Oriente all’Unione europea serve uno scatto in avanti in termini di regolamentazione efficace. Un nuovo patto UE su migrazione e asilo che metta d’accordo gli Stati membri.
Nel territorio comunitario molti sono i migranti che arrivano con richiesta di protezione internazionale, per motivi di studio o per contrarre matrimonio. Lo mette in chiaro la Commissaria europea per gli Affari interni Ylva Johansson che alle Commissioni Affari costituzionali e Politiche Ue alla Camera dichiara: “Ogni anno nell’UE abbiamo 1,5 milioni di arrivi legali di cui abbiamo bisogno perché la nostra è una società che invecchia. Poi abbiamo gli arrivi irregolari e su questi dobbiamo concentrare la nostra attenzione. L’anno scorso erano 124mila gli irregolari, l’anno prima 140mila. Ed è un fenomeno che dobbiamo gestire per assicurare che non vi sia illegalità”.
La migrazione irregolare andrebbe affrontata di concerto da tutti gli Stati membri, ma il fatto che le migrazioni si riversino direttamente sulle coste dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo comporta una “solidarietà carente”, così la definisce Johansson, da parte delle Nazioni che non hanno a che fare direttamente con il Mare Nostrum. Ragion per cui “serve un sistema di solidarietà obbligatorio sulla base della dimensione della propria popolazione e delle condizioni economiche” specifica Johansson.
Interviene l’On. Giglio Vigna (Lega): “Questo meccanismo lo aspettiamo da tempo però facciamolo perché ne parliamo ogni 10 mesi. Quando? Tutti i Paesi sono d’accordo?” Johansson chiarisce: “La posizione degli Stati è costruttiva. Nessuno l’ha respinta è necessario che tutti accettino un compromesso, dobbiamo dimostrare sia che è possibile gestire le migrazioni con i Paesi partner sia che si tratta di un tema europeo come gli altri, quasi tutti concordano che la solidarietà debba essere obbligatoria”.
Come affrontare le carenze del sistema attuale? Sono 600mila i migranti che, arrivando in aereo, cercano asilo in Ue in maniera regolare, ma il problema sono i 13mila arrivi irregolari solo in Italia concentrati in particolare tra Sicilia e Lampedusa. E’ stato pensato un meccanismo apposito per far fronte agli arrivi illegali che contrasti i trafficanti collaborando con i Paesi terzi per impedire le partenze. Perché, come spiega Johansson, “la maggior parte di quelli che arrivano irregolarmente oggi non sono rifugiati: la maggioranza non potrà ottenere la protezione internazionale e quindi sarà necessario un rimpatrio”.
Ogni anno le decisioni di rimpatrio sono circa mezzo milione. Solo il 30% di questi fa effettivo ritorno al proprio Paese. Da questo deriva anche un ripensamento, in meglio, del sistema che permette il rimpatrio a coloro che si trovano in questa situazione e che non possono rimanere in territorio europeo.
Cosa accade se uno Stato membro si trova in difficoltà a causa di un numero di migranti superiore rispetto alla normalità? Dovrebbe scattare un meccanismo di solidarietà obbligatoria sulla base della dimensione e della condizione economica dei singoli Paesi. E per l’Italia come funziona? Johansson spiega: “Nel Patto abbiamo quindi messo a punto un sistema apposito per l’Italia che si basa su casi di ricerca e soccorso, che è un obbligo internazionale e tale attività deve essere condivisa. Ogni anno dovremo stabilire quali saranno i numeri da gestire dal punto della distribuzione nel corso dell’anno successivo. Questo vuol dire che dopo una operazione di ricerca e soccorso dovrebbe esserci già la disponibilità a distribuire queste presenze in altri Stati membri, un meccanismo speciale appositamente ideato che si aggiunge a quello ordinario”.
Sugli arrivi di donne e bambini l’On. Rossini (Misto): “Bisogna distinguere, all’interno degli arrivi illegali, l’approdo di persone collegate a reati o a terrorismo rispetto a donne e bambini che spesso si muovono dai Paesi interni dell’Africa e non da quelli affacciati sulla costa” Johansson concorda e aggiunge: “Abbiamo proposto delle misure di tutela speciali per donne e bambini che non dovrebbero seguire le procedure di frontiera, proponiamo procedure più rapide e si possono avere. Dobbiamo accelerare e assicurarci che le procedure siano omogenee”.
Il Presidente Brescia (M5S) solleva la questione legata ai minori non accompagnati: “Quali sono le misure da mettere in campo per tutelarli?” Johansson risponde: “Stiamo includendo la prospettiva dei minori nella proposta che viene esaminata. Abbiamo previsto proposte con attenzioni particolari ai tutori e alla distribuzione”.
Johansson si dice ottimista perchè le migrazioni riguardano tutta l’Unione europea, ma rimane sacrosanta l’osservazione dell’On. Piero De Luca (PD): “E’ giunto il momento di riformare il regolamento di Dublino, non può ricadere tutto sugli Stati di approdo”.