Stando a quanto ha detto il costituzionalista Alfonso Celotto, intervistato proprio su queste colonne, per la formazione del governo bisognerà aspettare la fine del mese di ottobre. Ma, stando agli insight di The Watcher Post, sul tavolo di Giorgia Meloni stanno circolando alcuni nomi dei ministri del governo a sua guida. Nomi che sembrano candidati a sciogliere i principali grattacapo della presidentessa del consiglio in pectore, soprattutto per quanto riguarda i rapporti con il leader del carroccio Matteo Salvini.
Vediamo chi potrebbero essere i futuri ministri del governo Meloni.
Agli Esteri sembra stia prendendo sempre più piede l’ipotesi di una riconferma di Giulio Terzi di Sant’Agata, già titolare della Farnesina durante il governo Monti. La controversa vicenda dei marò non sembra, al momento, rappresentare un motivo valido per non puntare nuovamente su di lui. L’alternativa potrebbe essere l’ambasciatore Stefano Pontecorvo.
Questa scelta potrebbe aprire le porte della presidenza della Camera ad Antonio Tajani, di Forza Italia, che ambirebbe a diventare ministro degli esteri. Alla giustizia Fratelli d’Italia vorrebbe da tempo Carlo Nordio, già candidato anche alla presidenza della repubblica. La dispiuta riguarda invece l’Interno, dove si contendono la poltrona il prefetto Matteo Piantedosi (quota lega) e il prefetto Giuseppe Pecoraro (in quota FdI). La via dei prefetti, quindi, sembrerebbe essere lo strumento per far desistere Matteo Salvini dal suo ministero più agognato. Per il segretario della Lega sono in piedi due alternative: o il ruolo di vicepremier o il ministero dell’Agricoltura. Per la difesa sono in lizza i nomi di Adolfo Urso e Antonio Tajani, con il primo in vantaggio, anche per la sua recente esperienza al Copasir. L’economia è la casella più delicata. I nomi probabili sono noti: Fabio Panetta, Domenico Siniscalco, Cesare Pozzi e Luigi Buttiglione. E si sta parlando anche della possibilità di dividere il dicastero tra economia e finanze. In tal caso per il primo resterebbe in auge il nome di Siniscalco (che già ha ricoperto questo ruolo con Belrusconi), mentre alle finanze andrebbe Maurizio Leo (FdI).
Tra i ministri del governo Meloni ci sarebbe spazio anche per Claudio Durigon al lavoro e politiche sociali. Mentre alle infrastrutture e trasporti si ragiona sulle ipotesi Edoardo Rixi (Lega) e Fabio Rampelli (FdI). Allo sviluppo economico potrebbe esserci spazio per Maurizio Lupi (Noi moderati) o, in alternativa, il tecnico Antonio D’Amato. Come ministro delle Riforme circola il nome proprio di Alfonso Celotto, un profilo tecnico di assoluto spessore. All’istruzione prende sempre più piede Giuseppe Valditara (Lega) e all’istruzione Anna Maria Bernini (Forza Italia). Alla cultura da tempo si parla di Federico Mollicone (FdI), ma nelle ultime ore si è fatta spazio anche l’alternativa rappresentata dal giornalista Gennaro Sangiuliano. Al turismo è sfida a due tra il leghista Gian Marco Centinaio e Gianluca Caramanna di FdI. Mentre alla Salute sono possibili tre ipotesi: Licia Ronzulli (Forza Italia), Letizia Moratti (Lega) o il tecnico Francesco Rocca.
I viceministri
Tra i viceministri del governo Meloni circolano alcuni nomi. La Lega spinge per Simonetta Matone come viceministra alla giustizia. Ex magistrata e già candidata come vicesindaco a Roma. Per l’economia sono in ballo Maurizio Leo e Federico Freni.
I sottosegretari
Sottosegretario alla presidenza del consiglio sembra essere favorito Giovambattista Fazzolari, uomo di fiducia di Giorgia Meloni. Alla difesa Salvatore Deidda (FdI)e Giorgio Mulè (Forza Italia). All’economia Alessandro Cattaneo (Forza Italia). Allo sviluppo economico Alessio Butti (FdI), al lavoro Walter Rizzetto (FdI) e alla salute Luca Coletto (Lega).
I ministri senza portafoglio del governo Meloni
Per quanto riguarda i ministri senza portafoglio del governo Meloni i nomi più probabili sono i seguenti: Lorenzo Fontana/Edmondo Cirielli (Lega/FdI) agli Affari regionali e autonomie; Erika Stefani (Lega) alla disabilità; alla transizione digitale è corsa a tre per Alessandro Cattaneo, Alessio Butti e Alessandro Morelli; Licia Ronzulli (Pari opportunità); politiche giovanili Chiara Colosimo (FdI); politiche UE a Raffaele Fitto (FdI); pubblica amministrazione a Giulia Bongiorno (Lega); rapporti con il Parlamento a Giovanni Donzelli (FdI) o Anna Maria Bernini (Forza Italia); riforme costituzionali a Marcello Pera (FdI); sport a Marco Perissa (FdI); Sud a Sebastiano Musumeci o Edmondo Cirielli (FdI).