Politica
Centrosinistra isterico, centrodestra sornione. I colpi di scena che spaventano l’elettorato
Di Piero Tatafiore
In questa folle estate politica nulla è come sembra. Il campo del PD sembrava essersi allargato a Calenda-Bonino; poi si è allargata pure a Fratoianni-Bonelli; ma poi si è ristretta con l’uscita di Calenda. Così, dopo la caduta del governo Draghi, la santificazione dell’Agenda Draghi, la sospensione dell’Agenda Draghi, ora cosa accadrà? Difficile a dirsi. Da una parte il centrodestra che con un foglio di carta firmato a penna (come rivelato da Il Foglio) a fine luglio ha sancito l’alleanza che era quasi scontata, dall’altra il centrosinistra che ha provato a sottoscrivere un Patto per la Costituzione, cercando di coinvolgere tutti i partiti restanti. Mentre al centrodestra, finora, l’operazione è riuscita, al centrosinistra no, al punto che, senza Calenda, il centro sembra quasi assente. Al di là dei calcoli, complessi, sui collegi uninominali, ora gli occhi saranno puntati sulle mosse che Calenda potrebbe fare per costituire un terzo polo, magari con Renzi, che ha già annunciato che non si presenterà in coalizione con nessuno dei due schieramenti principali. Ma intanto di programmi nel centrosinistra si parla poco, se non per dire contro chi e cosa votare. Non un bello spettacolo, l’elettore medio potrebbe chiedersi: se questi litigano già nel riscaldamento prepartita, come potranno giocare in armonia, come una squadra sola?
E il centrodestra, intelligentemente, tiene i toni bassi: in una fase come questa meno ci si espone, meglio è, tanto a sbagliare sono gli altri. E i sondaggi sembrano dar ragione a Meloni e compagni. Ma, ripeto, lo spettacolo non è bello, non è alto, non è rassicurante in vista di un autunno che tutte le previsioni annunciano come caldissimo. Ma soprattutto rischia di allontanare ancora di più gli italiani dai seggi. Già le ultime consultazioni hanno dimostrato una scarsa partecipazione al voto – in linea con quanto avviene nelle principali democrazie europee – ma questo teatrino certamente non aiuta. E poi, un piccolo consiglio non richiesto: il PD punti su una campagna propositiva, identitaria, assertiva; continuare a paventare il pericolo dittatura in caso di vittoria del centrodestra, storicamente, non ha portato fortuna. Prima Berlusconi, ora Meloni, sembra che il cliché sia lo stesso. Magari con una campagna diversa potrebbero aspirare a un risultato diverso dai precedenti. E la democrazia se ne gioverebbe.