L’esito delle elezioni catalane conferma la vittoria delle tre forze indipendentiste che governavano il 'Parlament' catalano uscente, anche se arretrano, e scendono da una maggioranza risicata di 72 seggi su 135 a soli 70.
La scena però è rubata dalla formazione centrista e unionista, Ciudadanos, della 31enne Ines Arrimadas, che ha vinto 37 seggi contro i 25 ottenuti nel 2015. Un exploit significativo ma numericamente irrilevante. Ora, ottenuta la maggioranza assoluta, gli indipendentisti dovranno ricucire le divisioni interne.
Escono quindi sconfitti gli unionisti e soprattutto il premier Mariano Rajoy, leader del partito popolare, che ha strenuamente combattuto con tutte le forze il referendum illegale del primo ottobre sull'indipendenza. Dietro Ciudadanos, ad un passo, infatti c’è il “nemico” n.1 del premier spagnolo: l'indipendentista 'Junts per Catalunya' dell'ex presidente Carles Puigdemont, fuggito in Belgio. Ai suoi 34 deputati indipendentisti si aggiungono i 32 di Esquerra repubblicana di Oriol Junqueras, ex vicepresidente della Generalitat, rimasto in Spagna e quindi in carcere accusato di sedizione e ribellione. Da sole le due formazioni avrebbero 66 seggi, 2 in meno della soglia della maggioranza assoluta. Avrebbero ancora bisogno dei 4 seggi attribuiti ora al Cup e otterrebbero 70 deputati, contro i 72 del 2015, ma governerebbero di nuovo la Generalitat.
Sul fronte unionista, dopo i 37 seggi di Ciudadanos i socialisti catalani sono a quota 17. Crollano da 11 a soli 3 deputati regionali i popolari locali, espressione del Partito del premier Rajoy. Le tre formazioni unioniste a questo punto si fermerebbero a quota 57, lontani dai 68 della maggioranza. A questo punto perdono peso gli 8 seggi (contro gli 11 del 2015) di 'En comu'', la costola catalana di Podemos, guidata dalla sindaca di Barcellona Ada Colau. Se si schierassero con gli unionisti, avrebbero comunque solo 65 seggi, 3 in meno della maggioranza. Se Colau andasse con gli indipendentisti si arriverebbe a quota 74 con Junqueras e Puigdemont, senza bisogno del Cup. Queste le possibile alleanze politiche al momento. Si è registrata un’affluenza record ad un passo dall'81,95% contro il il 77,44% del 2015.