Politica
Cartabia in audizione: “Italia ruolo decisivo per la cooperazione giudiziaria europea”
Di Vanessa Gloria
L’occasione di rinascita fornita dalle risorse del Recovery non può essere inquinata da interessi illeciti. L’imperativo del Ministro della Giustizia Cartabia, audita in Commissione Antimafia, è chiaro: “Questi fondi non possono finire in mani sbagliate”.
L’attenzione da parte dello Stato deve restare alta perché la mafia “non è ancora stata sconfitta” dichiara Cartabia, citando le parole del Presidente Mattarella. Le energie devono essere investite per sostenere l’economia nazionale e tale sostegno non deve diventare un arricchimento solo di alcuni. Dopo lo stallo dovuto alla pandemia il Paese si affaccia ad una fase di rilancio, i sostegni in arrivo sono facili sorgenti di attrattività per la criminalità organizzata.
Cartabia specifica: “L’Italia può fregiarsi di avere una normativa di qualità ammirata ed emulata da molti paesi, costata molto cara ai suoi migliori servitori. L’Italia ha avuto sempre un ruolo decisivo nella cooperazione giudiziaria a livello europeo, questo impegno da protagonista continuerà ad essere coltivato”.
Rimanendo in tema di collaborazione Cartabia annuncia l’inoltro al Brasile, da parte del Ministero, della domanda di estradizione per Rocco Morabito, uno dei latitanti più pericoloso secondo solo a Matteo Messina Denaro, e a breve lo stesso avverrà anche per Pasquino. Da questo al caso della scarcerazione di Giovanni Brusca il passo è breve. In merito alla norma sui collaboratori Cartabia tiene a specificarne la preservazione “anche se pronunciare queste parole in questo momento è impegnativo. Non sono insensibile al dolore dei familiari delle vittime che ha provocato la scarcerazione di Brusca, ma le parole pronunciate da Maria Falcone credo siano state un commento più che pertinente. Mi addolora ma è una legge dello Stato che ha voluto lo stesso Giovanni Falcone’”.
Altrettanto fondamentale, secondo Cartabia, è accogliere l’invito della Corte Costituzionale sull’ergastolo ostativo, in modo da avere nuove norme che considerino le caratteristiche del “fenomeno mafioso” per evitare che altri reati comuni abbiano lo stesso trattamento di esecuzione penale.
Un’ipotesi messa in campo è quella di prevedere condizioni e procedure specifiche per accedere ai benefici penitenziari nel caso di reati connessi alla mafia. Si tratta di iter più rigorosi in confronto a quelli applicabili ad altri detenuti. Altra opzione presa in considerazione è il ripensamento di determinate indicazioni che governano il periodo di libertà vigilata. Motivo per cui la Corte ha dato un anno di tempo per pensare a modelli differenti.
Rimane importante la lotta alla corruzione, tra i principali canali di ingresso della criminalità di stampo mafioso con il fine di gestire le risorse pubbliche. Sull’Autorità nazionale anticorruzione Cartabia dichiara: “I poteri di indirizzo e vigilanza non saranno intaccati, e cito Parole usate da Palazzo Chigi. In proposito preziosi spunti arriveranno venerdì 18 dall’ascolto della relazione annuale dell’Anac che svolge un’importante attività di prevenzione della corruzione nella pubblica amministrazione e sui contratti pubblici, specie nei settori più esposti”.