Politica
Carceri, Tajani: l’iniziativa con i radicali non vuole l’amnistia
Di Giampiero Cinelli
I Radicali e Forza Italia fanno quadrato sulle carceri italiane, alla luce delle sempre più frequenti notizie di suicidi e condizioni di degrado. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha annunciato che renderà noto un documento stilato tra gli azzurri e il Partito Radicale su una serie di iniziative, mentre oggi ha rilasciato una conferenza stampa sul tema nella sede di FI.
«Nelle carceri italiane si vive una situazione allarmante e il governo sta cercando di provi rimedio, ma non è facile. Gli edifici sono obsoleti e si rende difficile il rispetto dei diritti del detenuto. Giusta l’esecuzione della pena, ma il carcere non deve peggiorare la situazione di chi vi sta dentro, ma deve garantire una funzione rieducativa», ha affermato il ministro annunciando che prossimamente visiterà personalmente la Casa di reclusione Paliano. A chi gli chiedeva se ci fosse una probabile sovrapposizione col lavoro di Nordio, Tajani ha escluso spiegando: «Si tratta di una serie di iniziative che non riguardano l’attività legislativa, accendiamo i riflettori su una realtà, nessun intento polemico» E poi ha spiegato: «Noi non abbiamo mai parlato di amnistia, non l’abbiamo chiesta e non c’è nel documento».
La collaborazione tra la formazione di centrodestra e i Radicali consisterà in visite nelle strutture carcerarie italiane, attività di sostegno delle comunità di recupero dei tossicodipendenti. Ma anche azioni volte ad accelerare i tempi per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro degli agenti della polizia penitenziaria. Le azioni programmate in estate.
Come accennato prima, appunto, il governo è già al lavoro sulle carceri con un decreto legge che domani arriva in Commissione Giustizia al Senato. Il decreto prevede principalmente procedure più brevi per ottenere misure alternative alla detenzione, procedure più veloci per la libertà anticipata e un approccio volto alla umanizzazione del detenuto, che ad esempio più telefonate. Inoltre il decreto dovrebbe anche prevedere modifiche alla disciplina del regime detentivo differenziato del 41 bis, il carcere duro per mafiosi e terroristi), con l’esclusione all’accesso dei programmi di giustizia riparativa.
Un testo che servirebbe pure ad aumentare le assunzioni e gli investimenti infrastrutturali. Il ministro delle Giustizia Carlo Nordio ha intanto ricordato gli obiettivi raggiunti, con gli educatori all’interno delle strutture passati dalle 905 unità dell’ottobre del 2022 a ben 1.089 unità al 1 luglio 2024, riempiendo di fatto la pianta organica prevista di 1.099 unità; per i funzionari contabili si è passati da 530 unità ad ottobre 2022 a 641 al 29 luglio 2024, su una pianta organica di 739 unità; i funzionari Mediatori Culturali che all’ottobre 2022 erano solo 3, oggi sono 61 a fronte di una pianta organica di 67 unità; i Dirigenti Penitenziari dai 226 dell’ ottobre 2022 sono passati ai 260 di oggi, cui andranno aggiunti 51 unità del secondo corso destinato ai consiglieri penitenziari che terminerà a novembre e l’avvio di 18 unità al terzo corso che è partito l’8 luglio. In totale 330 a fronte di un organico di 350. A settembre, peraltro, sarà bandito un concorso per altre 14 unità. Le opposizioni vigili: Ilaria Cucchi di Avs ha detto che Nordio dà molti numeri ma dal decreto non è chiaro come prevenire i suicidi.