Politica

Bibbiano: diciamo una cosa sull’affido

09
Giugno 2023
Di Pietro Cristoferi

La legge 184 dell’83 ha compiuto 40 anni, eppure solo ora dopo quasi 5 anni di processi per la vicenda di Bibbiano, possiamo realmente riabilitare l’istituto dell’affido familiare.

Partiamo da cos’è l’affido. L’affido è quell’istituto temporaneo, a differenza dell’adozione, con cui una famiglia (anche un singolo può dare la propria disponibilità) supporta una famiglia che vive un momento di difficoltà, aiutandola nella crescita del minore molto spesso accogliendolo in casa propria. Il claim potrebbe essere: famiglie che aiutano famiglie.

Bibbiano ha stravolto completamente la concezione comune di questo istituto. Talvolta proprio per il caso del comune emiliano romagnolo si è mostrato sospetto nei confronti delle famiglie affidatarie e si è parlato di queste realtà come “ladri di bambini”.

In un clima di totale generalizzazione e talvolta anche banalizzazione della realtà si è portati a dire che “tutti politici rubano”, “tutte le ONLUS lucrano”, e in questo caso “tutte le famiglie affidatarie rubano i bambini”. 

Questo claim del “tutti loro” ricorre spesso al sentire di uno scandalo che ci coinvolge, questo caso in particolare poiché il riferimento è una vicenda in cui sono coinvolti dei minori. 

Tuttavia non è così, molti non rubano, molti non lucrano, molti non sono ladri di bambini. E a dir la verità si può sicuramente affermare che questi costituiscano la maggior parte.

La vicenda di Bibbiano è emblematica perché si è voluto gettare fango, in maniera totalmente indiscriminata, su un istituto come quello dell’affido, dando anche una visione distorta di molte famiglie che offrono la disponibilità ad accogliere; c’è da ricordare che questa concezione è stata agevolata anche da una parte – si badi bene non tutta – della politica. Ma nessuna tra le famiglie affidatarie si sognerebbe di far rimangiare certe dichiarazioni per quanto la politica, a volte a sproposito, decida di proclamare, in favore del consenso popolare.

Non si possono non considerare alcuni dati in Italia: dei 28mila  minori fuori famiglia, 13.555 sono in affidamento familiare a singoli, famiglie e parenti. La ministra per la Famiglia Roccella qualche settimana fa all’evento per i 40 anni della legge sull’affido ha ricordato che coloro che fanno l’affido sono “l’unica risorsa e vero supporto alla famiglia fragile, uniti per consentire una sana crescita del minore”. Da ultimo da ricordare anche l’impegno delle tante famiglie italiane affidatarie nell’accoglienza dei profughi e dei minori ucraini.

Sono storie fragili ma anche storie di successo: storie di famiglie impegnate quotidianamente nel crescere un figlio che non è loro ma con la stessa tensione ideale e materiale. L’esperienza personale di chi scrive è la prova che si può chiamare “fratelli e sorelle” chi non ha il tuo stesso sangue ma vive sotto il tuo stesso tetto.

L’affido ha da poco compiuto 40 anni e ora che si è chiusa una parte della vicenda giudiziaria su Bibbiano, diciamo una cosa sull’affido: guardiamo con silenzio e con occhio attento queste case dove le famiglie quotidianamente sono pronte a fare spazio tra le proprie mura a chi chiede che la sua fragilità non sia l’ultima parola sulla propria storia.

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