Politica
Berlusconi il comunicatore: chiaro, semplice, diretto e concreto
Di Antonio Palmieri
Su una cosa non possiamo che essere d’accordo tutti. Silvio Berlusconi ha cambiato la comunicazione politica nel nostro Paese. Per sempre.
Ho avuto il privilegio di lavorare con lui per 29 anni di campagne elettorali e quindi di imparare moltissimo. Ho scritto “con lui” perchè ci tengo a mettere in chiaro uno dei tanti elementi per cui a Berlusconi in tanti abbiamo voluto e vogliamo bene.
Si lavorava CON Silvio Berlusconi, mai PER Silvio Berlusconi. Al tavolo di lavoro con lui ogni idea, ogni suggerimento, ogni proposta aveva dignità, perché in primo luogo lui faceva sentire te, degno di stare al suo fianco, suo pari, cioè un collaboratore. Quindi, etimologicamente, una persona che lavora con te, insieme
Questo atteggiamento nel rapporto personale aveva anche una ricaduta comunicativa. Nelle sue campagne elettorali Berlusconi non ha mai avuto la pretesa di far calare dall’alto la sua verità, ma ha sempre impostato con i cittadini una comunicazione alla pari, empatica, fondata sull’uso di un linguaggio chiaro, semplice, diretto e concreto.
Essendo un uomo concreto, Berlusconi era anche fortemente attaccato alla realtà: sapeva bene che la realtà viene prima della comunicazione. Per questo motivo il primo atto comunicativo partiva sempre dalla comprensione delle regole del gioco, cioè del sistema elettorale. Questa comprensione lo ha spinto a dare vita alla coalizione del centrodestra e, come è noto, a farsi concavo e convesso per tenerla unita.
La seconda conseguenza di questo approccio realistico è stato l’uso della comunicazione per chiedere agli italiani di indicare il premier da loro preferito. Quindi da un lato le elezioni erano delle primarie di coalizione “sul campo” e dall’altro il messaggio per ciascun elettore era che il suo voto valeva, non era un assegno in bianco affidato ai partiti, come accadeva prima, perchè serviva a scegliere il premier.
Potrei andare avanti a lungo, a partire dal gusto che Berlusconi ha sempre avuto di spiegare il perché di una scelta comunicativa o del rifiuto di una tua proposta. Per farlo servirebbe un libro. Qui concludo con una considerazione.
Tutti, nel corso del tempo, lo hanno copiato e tutti continueranno a studiarlo e a copiarlo, perché i fondamentali della comunicazione politica di Silvio Berlusconi restano validi anche per il futuro. Oggi rimane per me il dolore e la gratitudine all’uomo che mi ha consentito di vivere una incommensurabile esperienza da comunicatore e di servire il mio Paese per cinque legislature alla Camera. Grazie Silvio, caro Presidente.
Che Dio ti accolga.