Politica
Comuni, ballottaggi: il centrodestra trionfa ma votano in pochissimi
Di Giuliana Mastri
Ancona, Pisa, Siena, Massa, Brindisi. Nei capoluoghi il Pd vince solo a Vicenza. Terni premia una lista civica, 5Stelle disastrosi. All’indomani dei ballottaggi in decine di Comuni, il contesto è molto chiaro: il centrodestra si riafferma dopo le elezioni del settembre scorso e prosegue con il suo «radicamento», come ha usato dire Giorgia Meloni. Contando il mezzogiorno, con i responsi di Catania e Ragusa, il tabellone dice 11 a 4 per i conservatori. Il centrosinistra prende Trapani, a Siracusa si andrà al ballottaggio. Tra quindici giorni a sfidarsi saranno il candidato del centrodestra Ferdinando Messina e il sindaco uscente, supportato da liste civiche, Francesco Italia.
Pochi votano
Anche stavolta però ci troviamo a dire, in un’espressione che sta diventando formulare, che a vincere è l’astensione. Perché il dato definitivo in questo secondo turno è del 49,64%. Impressiona il numero sotto il 50% anche nelle elezioni comunali dove ci si sente spesso più coinvolti. E non si può neanche parlare di “scelte balneari”, vista l’incertezza del meteo. Si può invece dire che, in parte, molti elettori non si sono riconosciuti negli sfidanti del ballottaggio e, in parte, siamo perfettamente dentro una dinamica più strutturale per la quale la politica ha perso fiducia e importanza dal punto di vista dei cittadini. Perfino quella amministrativa.
Le due leader
Tuttavia quasi tutte le analisi indugiano nel parallelo di ambito nazionale ed europeo, ritenendo che l’opposizione, oggi molto incarnata da Elly Schlein, non riesca a catturare il consenso che invece intercetta la premier. Le prime prove per la segretaria del Partito Democratico non sono buone, ma c’è ragione di ritenere che, comunque sia, le prossime politiche saranno un’altra cosa e soprattutto le europee del 2024, dove si decideranno i nuovi equilibri politici del Continente. Va detto poi che la nuova dirigenza del centrosinistra fa fatica a rapportarsi con i nuclei di potere locali, in parte estranei ai nuovi indirizzi programmatici. Di contro, c’è sempre un centrodestra che pur nelle divisioni, evidentissime e che non riescono a essere nascoste, sa sempre compattarsi e lavorare all’obiettivo.
Nonostante i sondaggi
Una cosa fa pensare, a certificarla è anche un recente sondaggio di Swg, ovvero: a livello nazionale la somma tra Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi moderati fa 45,8%. Quella tra Pd, 5 Stelle, Azione, Verdi e Sinistra, Italia viva e +Europa fa 49,9%. Non sono cifre molto diverse dalle Politiche del 25 settembre, Dunque questo potente radicamento di cui parla Meloni va ridimensionato, siccome il centrodestra, stando alle fredde cifre, sarebbe in minoranza, seppur risicata. Ma appunto il centrodestra è una coalizione, mentre le altre forze identificate generalmente come sinistra non vanno unite. La differenza è fondamentale e si aggiunge appunto all’elemento della capacità di cooperare da parte dei leader ora al potere. Inoltre, come accennato prima, il voto amministrativo non si può pienamente paragonare.