Politica
Aula vuota e proteste di piazza non fermano la fiducia al Rosatellum
Di Redazione
Il governo incassa le prime fiducie sul Rosatellum bis tra le proteste in piazza e un'Aula quasi vuota. Pochi i voti a favore, solo 307: la fiducia è passata grazie ai sì di Pd, Ap e le altre forze che sostengono l'esecutivo. Non hanno invece partecipato al voto Forza Italia e Lega, che però daranno entrambe il via libera finale alla riforma, così come i verdiniani e i fittiani. Giovedì, terzo ed ultimo voto di fiducia, poi in serata il voto finale.
La vera protagonista della giornata di ieri però è stata la piazza, o meglio le due piazze: davantiMontecitorio c’erano gli esponenti del Movimento 5 Stelle al grido “difendiamo la democrazia", in piazza del Pantheon, invece, sfilano i big di Mdp e Sinistra italiana. Un bombardamento all’esecutivo che non risparmia nessuno. "Il Pd logora la democrazia, il Rosatellum bis è inaccettabile", sentenzia Massimo D'Alema.
Mentre in Aula l’atmosfera è relativamente tranquilla, le piazze sono infuocate, i toni sono accesissimi. Ad aprire le 'danze' sono i 5 Stelle che accusano il governo di avere un atteggiamento dittatoriale, di fare come "Mussolini. In piazza poi arrivano Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista e la folla esplode: "Se non ce la dovessimo fare a fermarli, tenetevi pronti perché' la prossima settimana saremo di nuovo in piazza davanti al Senato. Perché' non finisce qui e dobbiamo mettercela tutta per batterli".
Anche la sinistra si scaglia duramente contro Pd e governo. Prima in Aula, poi in piazza: si parla di “distanza incolmabile” e di “macchia indelebile sulla storia di questa legislatura”. "Gentiloni dipende politicamente da Renzi", afferma D'Alema. "Non me lo aspettavo da Gentiloni: un presidente del Consiglio che dice 'non mi occuperò della legge elettorale' e poi mette la fiducia su una legge che non è del governo perde credibilità. Uno che ha credibilità avrebbe detto: 'non ci sto'", aggiunge Pierluigi Bersani.
In serata parla il segretario dem, Matteo Renzi, e si schiera a difesa del partito: "Attorno al Pd, alle prossime elezioni, si creerà una coalizione di soggetti politici che saranno unico argine a Salvini e ai Cinque Stelle. Chi vuole indebolire il Pd indebolisce questo argine”.