Politica
Difesa, Crosetto vuole riformare i vertici e i sistemi di finanziamento
Di Simone Zivillica
Un aiuto concreto, non solo militare ma anche civile, per aiutare la popolazione ucraina a superare l’inverno. Così il ministro della Difesa Crosetto risponde alle domande e alle indiscrezioni sul piano di aiuti all’Ucraina che il governo starebbe vagliando a margine dell’audizione per le linee programmatiche del suo dicastero dinanzi le commissioni di Difesa della Camera e degli Affari esteri e difesa del Senato. Occasione, questa, in cui ha tracciato, appunto, la direzione degli impegni del ministero della Difesa. Due sono sembrati i fulcri della sua impronta di governo: da una parte, una profonda revisione delle strutture di vertice, dall’altra un cambio del sistema di finanziamento del sistema Difesa.
Nella prima direzione, la volontà dell’esponente di Fratelli d’Italia è quella di operare «una profonda evoluzione in chiave interforze dello strumento militare sul piano ordinativo, logistico, tecnologico e normativo. Sono molte le iniziative da avviare per una simile condizione, a partire da una revisione delle strutture di vertice, che elimini le duplicazioni non dettate da esigenze di ridondanze operative e che consenta il miglioramento della qualità e del contenimento dei tempi nei processi di lavoro. Occorre poi unificare i settori e i servizi comuni alle diverse forze armate». Su questo tema ha ribadito, inoltre, la sua intenzione di sveltire il processo decisionale con l’obiettivo di rendere meno burocratico, e quindi più veloce, il modello organizzativo su cui si muove la Difesa. Sul secondo obiettivo, invece, «bisogna definire un nuovo modello di finanziamento nel settore di investimento della Difesa, basato su una legge triennale sull’investimento, che accorpi in un’unica manovra i volumi finanziari relativi a tre provvedimenti successivi con una profondità di 17 anni. Tale intervento – ha continuato poi Crosetto – consentirebbe di supportare efficacemente la posizione nazionale sui tavoli internazionali dei vari programmi cooperativi con possibili ricadute sulle scelte di investimento e occupazionali dell’industria».
Per quanto riguarda gli impegni attivi dell’Italia sul fronte militare e non a livello internazionale, il ministro della Difesa ha ricordato che non esiste solo il fianco Est, ossia quello della guerra in Ucraina, ma anche quello a Sud dei nostri confini, ovvero il Mediterraneo e il Maghreb, nonché l’area del Sahel. In merito, Crosetto ha specificato che «il versante Sud è fondamentale e noi siamo riusciti a farlo rientrare nel concetto strategico della Nato con forza. Nel momento in cui parliamo esclusivamente del fianco Est, siamo impegnati nel fianco Est, noi abbiamo posto con forza il problema del fianco Sud, cioè del Mediterraneo allargato, in una visione in continuità con i governi che ci hanno preceduto, perché è fondamentale per l’Italia la sicurezza del Mediterraneo e del Mediterraneo allargato, cioè di tutta la parte dell’Africa e del Sahel. Lo abbiamo posto e stiamo dedicando energie» – ha concluso.
Nella relazione del ministro ha avuto rilevanza anche l’attenzione al ruolo dell’Italia nelle missioni internazionali, ammonendo che non può essere relegato al solo invio di contingenti militari. In questa direzione va la necessità di «incrementare le capacità di influenzare i processi politico-militari nei consessi internazionali a cui partecipiamo. […] L’efficacia nelle relazioni internazionali passa anche dal tavolo Esteri e Difesa» – ha continuato il ministro. Le missioni internazionali, secondo Crosetto, non devono essere solo un mero strumento di difesa: «il mio dicastero è uno strumento di politica, di relazione, di crescita». Con questa intenzione, ha chiarito quindi che anche nell’ambito delle relazioni bilaterali «occorre rinvigorire gli uffici militari nelle ambasciate, le cui risorse disponibili, soprattutto personali, sono affievolite e con esse anche gli ambiti di intervento».
Tornando sul tema guerra in Ucraina e degli aiuti che lo stato italiano ha garantito in quest’anno di conflitto alla sua popolazione, Crosetto ha condiviso un passaggio importante sul fronte dei conti e delle relazioni economiche con l’Europa. Sarebbe necessario, secondo il ministro, non considerare gli investimenti sulla Difesa all’interno del Patto di stabilità. Su questo, infatti, ha detto che «escludere gli investimenti sulla Difesa dal Patto di stabilità sarebbe una decisione meramente tecnica e se fosse autorizzata dall’Europa toglierebbe la concorrenza tra tipi di spese, anche il ministro Giorgetti ha condiviso questo aspetto e l’abbiamo portata sul tavolo dell’Europa così come altri Paesi, perché in un momento come questo tipo nessun paese è in grado di tagliare gli investimenti sulla Difesa. Anche perché l’aiuto che abbiamo dato in questi mesi all’Ucraina è un aiuto che ci impone di ripristinare le scorte che servono per la Difesa nazionale, per cui le due cose sono collegate».