Politica
Amendola in audizione: “L’unità del Paese è la forza necessaria”
Di Vanessa Gloria
Il Piano Nazionale di ripresa e resilienza rappresenta una grandissima opportunità per il nostro Paese considerato l’ammontare dei fondi attributi che devono rappresentare il volano per mettere in campo quelle riforme attese da tempo sia in campo nazionale che europeo, e l’Italia ricoprirà un ruolo centrale. Questo il quadro generale presentato dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega agli Affari europei Vincenzo Amendola nel corso dell’audizione presso le Commissioni riunite Bilancio e Politiche Ue di Camera e Senato. Gli Stati membri hanno la possibilità di richiedere un 13% di prefinanziamento, ma affinchè i Piani siano ammissibili devono passare sotto la lente delle politiche chiave dell’Ue: transizione verde, coesione economica e competitività, trasformazione digitale e coesione sia sociale che territoriale.
Sulla garanzia di scelta da parte del parlamento in merito al Piano, il Senatore Candiani (Lega): “Qualsiasi scelta sarà sottoposta al vaglio parlamentare di modo che il nostro passaggio non sia formale?” Amendola precisa: “Il Mef è il centro coordinatore della programmazione del Pnrr, nelle audizioni si potrà discutere, aggiornare o proporre modifiche”.
Ogni Paese è tenuto a destinare il 37% del proprio bilancio al contrasto al cambiamento climatico, il 20% alle azioni di transizione digitale e potranno accedere al dispositivo solamente i Paesi membri che siano impegnati nel rispetto dello stato di diritto e dei valori fondamentali dell’Unione Europea.
Seguendo le stime proposte dal Ministro Franco, Amendola dichiara: “L’Italia beneficerebbe di 191,5mld di Euro a prezzi correnti, 68,9mld di sussidi a valori correnti nel 2019 e 122,6mld di prestiti. A questi si aggiungono gli altri rientri a valere su altri programmi finanziati dal Next Generation EU, articolati in questo modo: 497mln su Horizon Europe, 13,5mld sul React Eu, 846mln sulla politica agricola e sviluppo rurale, 535mln sul fondo di transizione equa, 236mln sulla sicurezza e la difesa”.
I tempi di realizzazione di qualsiasi opera in Italia sono dilatati già nella fase di progettazione. Il Vicepresidente della Commissione Bilancio alla Camera, Lovecchio (M5S): “Che succede nel momento in cui avremo la prima tranche di risorse e l’Italia avrà dei ritardi? L’Ue ritirerà queste somme? O si andrà in deroga per poter continuare nella realizzazione dei progetti?” L’assorbimento delle risorse europee, che hanno un meccanismo di rimborso, è un tema su cui bisogna lavorare e il Sottosegretario specifica: “Se la progettualità non sta nei tempi precisi rischia una perdita di risorse. Credo che siamo in quella fase in cui dobbiamo fare uno sforzo di condivisione che sia di forte risposta del nostro Paese”.
Guardando al quadro finanziario pluriennale “l’Italia beneficia di altri 100mld in sette anni, articolati, secondo le prime stime, tra mercato unico innovazione digitale, coesione, risorse naturali, emigrazione e gestione delle frontiere, difesa, pubblica amministrazione europea” specifica Amendola. Ora bisogna modificare e completare il Piano, dove necessario, e seguire le 6 priorità dettate dalle linee guida dell’Unione. Integrazioni o modifiche che riguardano temi trasversali come lo sviluppo del mezzogiorno e la coesione territoriale, la riduzione dei divari di genere e la centralità delle generazioni future. Inoltre i punti cardine del digitale e del verde che sono alla base della strategia di autonomia che l’Unione Europea si è data nei prossimi anni.
La Sen. Giammanco (FI) sulla priorità di attenzione al Sud: “Dobbiamo essere consci che la misura di decontribuzione potrà avere degli effetti reali solo se diverrà strutturale almeno fino al 2029, siamo a lavoro in tal senso?”. Sottolineando il profondo bisogno di politiche coordinate Amendola spiega: “La decontribuzione ha bisogno di un’interlocuzione con Bruxelles, ma sosterremo il dialogo per superare la diseguaglianza tra i territori”.
Sul coinvolgimento del Parlamento e sulla maggioranza l’On. Trancassini (FdI): “Il Parlamento dovrà rimanere centrale” e su questo Amendola rassicura: “Questa è una necessità. L’unità del Paese è la forza necessaria e non è solo nel perimetro della maggioranza. Io domani convoco la cabina di regia perché credo che l’interesse nazionale significhi anche unità, soprattutto quando un Paese si confronta con una dimensione come quella europea. Saranno convocati tutti i partiti perché credo che questo sia un lavoro che vada fatto per il Pnrr e a livello europeo. L’europeismo segna l’identità del Paese e rafforza l’interesse nazionale, il coinvolgimento e l’interazione non sono frutto solo di una dinamica burocratica, ma la sostanza che dà forza”.
Veder lavorare insieme tutte le forze politiche e sociali non solo per definire l’ammontare delle risorse ma presentare all’UE il sistema delle riforme, in soli 50 giorni. Un’altra corsa contro il tempo. Ce la faremo?
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