Politica

Ambiente: “No alle eco follie, presto svolta dal governo”. Il convegno di FdI

03
Febbraio 2025
Di Ilaria Donatio

No a misure che minano la competitività delle imprese italiane: avviata una svolta del governo Meloni. Questo il cuore dell’intervento del capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, Lucio Malan, al convegno organizzato in Senato da Fratelli d’Italia, “Ambiente ed energia: contro le eco follie per un futuro realmente sostenibile”.

“Il governo”, ha spiegato Malan, “a cominciare dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dai vari ministri, in particolare Tommaso Foti che ha lo specifico incarico sulle Politiche europee, ha iniziato a mettere in atto una svolta che, con le varie notizie che vengono da questo e dall’altro lato dell’Atlantico, può avere risvolti molto positivi.

Il senatore di FdI, ha poi argomentato dicendo che “l’Europa non può fare finta di nulla rispetto a quello che avviene a livello internazionale: non si possono portare avanti misure che minano la competitività di moltissime nostre aziende in tanti settori, a cominciare da quello automobilistico, industriale in generale, ma anche a livello agricolo”. 

Foti: dazi, competitività e Green Deal
“Se il Green Deal diventa un’ideologia, come è stata fino ad oggi, ci porta fuori strada“, ha aggiunto Tommaso Foti, ministro per gli Affari europei, il Pnrr e le Politiche di coesione: e ha aggiunto: “L’Ue ha diminuito le emissioni del 30%, gli Usa del 24%, il Giappone del 21%, mentre alcuni Stati le hanno aumentate, la Russia del 23%, l’India del 197% e la Cina del 262%. È difficile”, ha ragionato Foti, “competere per il sistema delle imprese con tali discrasie e politiche diametralmente opposte. In tutto il mondo le emissioni in questi tre anni sono aumentate del 52%. Quando parliamo di decarbonizzazione non dobbiamo commettere l’errore di scrivere ‘decarbonizzazione’ e leggere ‘deindustrializzazione’.

E a proposito dei dazi annunciati da Trump, il ministro ha invitato alla prudenza: “Prima dobbiamo vedere se ci sono e verso cosa si muovono”, aggiungendo che il rapporto della premier Meloni con l’inquilino della Casa Bianca, potrebbe essere un “elemento di moderazione rispetto alle pretese che possono esservi”.

Infine, il Foti ha annunciato una “strategia per le aree interne: “Nei prossimi giorni presenteremo il piano per la strategia delle aree interne che prevede un cambio di passo perché così non si va da nessuna parte. Sono aree in cui dobbiamo portare i servizi, occorre avere la scuola primaria per i figli e una connessione adeguata per quanto riguarda la rete. le nuove forme di lavoro a distanza possono portare molte persone a tornare in luoghi differenti dalle Città metropolitane”.

Rampelli, “la fusione è una prospettiva, abbiamo i prezzi dell’energia più cari d’Europa”
“Il prezzo dell’energia, fin qui rispetto ad altre nazioni del continente europeo negli ultimi 5 anni è tra i più alti d’Europa, sicuramente è il più alto tra le nazioni fondatrici dell’Europa e dobbiamo chiederci come mai. Abbiamo una grave perdita di competitività per le imprese cosa che per l’Italia è un grave problema più che in altri Paesi”. Lo ha detto il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli.

“C’è la grande prospettiva della fusione nucleare”, ha indicato Rampelli, “sulla quale la ricerca sta facendo passi da gigante. Se riusciamo a essere competitivi sulla fissione, bene, ma dobbiamo puntare a essere l’avanguardia planetaria della fusione, piuttosto che la retroguardia della fissione” ha aggiunto. “Non dobbiamo avere un approccio ideologico – ha concluso – ma l’energia non è scevra da un modello di sviluppo, interroghiamoci su quale modello perseguire”.

Filini: disponibili a sondare tutte le tecnologie, anche il nucleare
L’energia è un problema molto serio e la domanda di energia è destinata ad aumentare enormemente. Così Francesco Filini, deputato Fratelli d’Italia, responsabile del programma e coordinatore dell’Ufficio studi ha argomentato nel proprio intervento: “Le nuove tecnologie sono ad alto impatto energetico e per essere competitive chiedono sempre più energia. L’Italia è un Paese che non riesce a produrre energia ed è fortemente dipendente con costi molto più importanti rispetto ad altri Paesi europei. Non possiamo dipendere esclusivamente dalla Cina e non possiamo pensare che tutto quello che è definito green sia la panacea tutti i mali”.

FdI non ha un approccio ideologico – ha aggiunto – per noi non esistono i no a prescindere né visioni campate in aria come quella del Green deal, ma esiste la concretezza e il buon senso. Siamo disponibili a sondare tutte le tecnologie e e le offerte che oggi sono sul mercato compreso il nucleare e su questo desideriamo andare avanti. Ancora più importante dell’obiettivo di decarbonizzazione è la produzione di energia, contestuale al rispetto dell’ambiente”.

Castelli: follia il regolamento per il ripristino della natura
Guido Castelli, senatore FdI, è anche commissario straordinario del Governo per la riparazione, la ricostruzione, l’assistenza alla popolazione e la ripresa economica dei territori delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria interessati dagli eventi sismici. Ha spiegato che “il Green deal deve poter per forza declinarsi secondo le caratteristiche territoriali”. Per questa ragione, ha definito una “follia” il regolamento “per il ripristino della natura”, in forza del quale “viene finanziato, stimolato e sostenuto tutto ciò che sottrae all’uomo superfici agricole finanziando l’abbandono”. 

Rispetto alle aree interne, “per le quali il Governo sta finanziando 28 miliardi di euro per la ricostruzione, bisogna superare una parte di limiti e pregiudizi. Con Lollobrigida abbiamo sottoscritto un protocollo al fine di incentivare tra i giovani la propensione a vivere l’esperienza della attività agricola e zootecnica che può essere tecnologicamente performante. Abbiamo una delle strategie forestali nazionali più importanti e innovative di tutta Ue”, ha aggiunto Castelli. 

Crisi clima legata a crisi demografica, suolo abbandonato è più fragile
Tra la crisi demografica e la crisi climatica c’è un rapporto molto stretto, ha detto  Castelli, “perché il suolo abbandonato diventa più fragile, e quando gli eventi climatici estremi si abbattono sul terreno, gli effetti sono ancora più perniciosi, perché il terreno è sgretolato e non è più presidiato. Manca quell’ecoregolatore naturale che è l’uomo, che custodisce i torrenti, fiumi e i terreni”. 

“Negli Anni ’50 – ha aggiunto Castelli – avevamo il 70% di attività agricole e zootecniche e il 25% di superfici boschive. Oggi queste percentuali si sono invertite ed è un problema, perché l’abbandono di suolo crea vulnerabilità. Quando abbiamo dovuto pensare a come elaborare la strategia (per le regioni del centro Italia colpite dal sisma, ndr), abbiamo capito che probabilmente dovevamo anticipare gli eventi e proporre una soluzione che presto o tardi riguarderanno tutte le aree, dall’Appennino romagnolo-emiliano fino alla Sila”.

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