Politica
Al via la sessione di Bilancio: ecco il calendario, intasato, del Parlamento
Di Redazione
Con la firma del Presidente Mattarella della Legge di Bilancio e la conseguente trasmissione del testo al Parlamento, si apre ufficialmente la Sessione di Bilancio. Secondo il calendario, il testo – che quest’anno partirà dalla Camera – inizierà ad essere esaminato da oggi, martedì 6 novembre, giornata in cui la Commissione Bilancio potrebbe già rendere il parere al Presidente della Camera circa la verifica del contenuto del provvedimento e la proposta di stralcio delle disposizioni inammissibili. Come da consuetudine, successivamente, si procederà con le audizioni dei rappresentanti di CNEL, Banca d’Italia, Corte dei Conti, ISTAT, Ufficio Parlamento di Bilancio, ANCI, UPI, Conferenza delle Regioni, ABI, ANIA, CGIL, CISL, UIL, UGL e, naturalmente, del Ministro dell’Economia.
In considerazione del fatto che il provvedimento dovrà essere approvato dal Parlamento entro l’inizio della pausa natalizia per poi essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale entro il 31 dicembre, si ipotizza che l’esame in prima lettura alla Camera termini a inizio dicembre e che il Senato abbia circa quindici giorni per esaminarlo e per apportarvi modifiche. Tempistiche abbastanza ristrette, dunque, per la prima Legge di Bilancio del Governo giallo-verde che, contemporaneamente, è impegnato nell’esame di altri provvedimenti, alcuni con tempi contingentati. In particolare si ricorda che attualmente il Parlamento e il Governo sono impegnati con: il Decreto Genova (che scade il 28 novembre), approvato dall’Aula della Camera il 31 ottobre in prima lettura e adesso atteso in Senato; il decreto sicurezza, da convertire in legge entro il 4 dicembre e al momento all’esame in prima lettura del Senato. Inoltre, a questi si aggiungano i disegni di legge europea e di delegazione europea, il Decreto Fiscale (da convertire entro il 23 dicembre) e tutte le proposte di legge di origine governativa.
Gli ultimi due mesi del 2018 saranno, quindi, molto ricchi dal punto di vista legislativo e vedranno il Parlamento abbastanza impegnato, forse di più rispetto al passato. L’auspicio, considerata la situazione, è che una programmazione così serrata dei lavori non sacrifichi il ruolo delle Camere e che la questione di fiducia venga utilizzata solo quando strettamente necessaria.
Fabiana Nacci