Politica
A Torino torna a vincere il centrosinistra: Lo Russo il nuovo sindaco
Di Andrea Maccagno
Torino ritrova il centrosinistra. Stefano Lo Russo è il nuovo sindaco del capoluogo sabaudo, dopo un ballottaggio che non ha conosciuto partita. Il 59,2% dei voti sono andati al candidato Pd, contro il 40,8% dello sfidante del centrodestra Damilano: dopo la parentesi grillina, i Dem tornano a guidare la città.
Il clima al comitato elettorale era sereno, già dall’ora di pranzo a urne ancora aperte. Dopo volontari e giornalisti, i primi esponenti democratici ad arrivare nella sede di Corso Lione 85 sono stati il segretario cittadino Mimmo Carretta e l’onorevole Andrea Giorgis. I commenti erano quelli dell’attesa speranzosa: “Cauto ottimismo”, si diceva.
Poi subito la gioia. Alle 15:30, a mezz’ora dalla chiusura dei seggi, è Skytg24 a dare la notizia: Torino assegnata al centrosinistra. Al comitato parte la festa, mentre si intravedono i due volti storici della politica cittadina, due che Palazzo di Città lo conoscono bene: Sergio Chiamparino e Piero Fassino.
In attesa di Lo Russo, su di loro si concentra l’attenzione della stampa, i primi a rilasciare dichiarazioni. Fassino dice di non aver mai avuto dubbi sul risultato finale, grazie ad una “campagna straordinaria, che ha saputo dialogare di continuo con i territori che, infine, hanno premiato la competenza del candidato migliore”. Dello stesso avviso Chiamparino, che ha posto l’attenzione anche sulla bassa affluenza (42,1%, mentre era stata del 48,1% al I turno): “Un dato che non toglie nulla alla vittoria di Lo Russo, ma che certo non può non preoccupare. Stefano, con la sua esperienza, saprà affrontarlo da sindaco di tutti”.
Eppure la candidatura di Lo Russo era partita in sordina, con un centrosinistra nazionale che aveva provato fino all’ultimo a trovare un accordo con i 5 Stelle, salvo poi concedere le primarie. Una contesa che aveva dato i primi allarmi di disaffezione nei dati di partecipazione e che Lo Russo era riuscito a vincere per pochi voti. I sondaggi lo hanno dato poi per tutta l’estate secondo e Torino, tra le grandi città, era quella assegnabile più al centrodestra che al centrosinistra. Invece col I turno la sorpresa: Lo Russo avanti con il 43,9% dei voti.
Il ballottaggio non ha consentito altre opzioni. Lo Russo, infatti, ha preso circa 29mila voti in più rispetto a quattordici giorni prima, vincendo anche nelle due circoscrizioni nord in cui si era imposto Damilano. Quest’ultimo, invece, non è riuscito a riportare al seggio neanche i propri elettori, chiudendo con 8mila voti in meno.
Un esito che fa sorridere anche un altro ex sindaco di Torino, Valentino Castellani, in carica dal 1993 al 2001: “Questa vittoria è il frutto di una campagna strutturata, intelligente ed attenta alle esigenze della città. Portare la sedia tra la gente, mettersi in ascolto anziché fare comizi, ci ha posti in empatia con le persone, che hanno avuto fiducia nella nostra proposta”.
Alle 16:20 è poi il momento di Lo Russo, che entra nella sede del suo comitato tra gli applausi dei militanti. È un viso sereno il suo, che tradisce un po’ di emozione quando saluta gli ex sindaci rossi e quando ringrazia il suo staff e chi gli è stato vicino: “Mi candido a essere il sindaco di chi mi ha votato e di chi non lo ha fatto. L’obiettivo che mi do è quello di ricostruire il legame di fiducia tra i torinesi e l’amministrazione comunale, affinché tra cinque anni la partecipazione possa essere maggiore. Lunedì 25 annuncerò la mia Giunta: sceglierò una donna come vice sindaca e anticipo che la maggioranza degli assessori sarà di genere femminile”.
In serata la sede del comitato rimarrà aperta per una festa che raccoglierà tutti i sostenitori. In attesa di capire quali saranno i nomi della Torino “grande, forte e unita” che Lo Russo vuole costruire, nel centrosinistra sabaudo torna il sole: da queste parti era dal 2014 che non si conosceva il significato della parola “vittoria”.