Appena il 3,28% dei contribuenti italiani ha scelto a chi devolvere il proprio 2×1000. È questo il dato comunicato dal Dipartimento delle Finanze del MEF in base alle dichiarazioni dei redditi del 2021, dal quale si evince che in totale sono 18,5 milioni gli euro che entrano nelle tasche dei partiti.
Il 2×1000 non interessa quindi praticamente a nessuno. Un po’ come le elezioni, sempre più deserte. Su 41,5 milioni di contribuenti, solo 1.360.000 ha espresso un’opzione valida, con alcuni risultati piuttosto particolari. Primo partito in questa speciale classifica – per distacco – è il Pd, che raccoglie il 34,1% delle scelte per un totale di 6,9 milioni di euro. Chi lo avrebbe detto, visto che i dem in Parlamento valgono sì e no il 14% dei seggi… A seguire Fratelli d’Italia (15,3%) con 2,7 milioni e la Lega per Salvini Premier (11,9%) con 1,8 milioni di euro. Attenzione, la Lega ha ormai due anime: quella per l’Indipendenza della Padania riesce a strappare altri 485mila euro.
Fuori dal podio i partiti del grande centro. Azione (quarto), con 882mila euro, supera Italia Viva (quinta), Forza Italia (nona) e +Europa (dodicesima). Insomma, sembra di leggere i sondaggi settimanali, con l’unico dato sotto le aspettative del partito di Berlusconi: a testimonianza di un elettorato sempre più eroso e popolare? Può essere. All’ultimo posto, invece, si colloca “IDEA”, il movimento presieduto da Gaetano Quagliariello, con 1.337 scelte valide e 19.500 euro intascati.
Curiosa anche la distribuzione regionale. La Lombardia assomma il maggior numero di contribuenti (oltre 7 milioni), seguita da Lazio e Veneto che ne hanno poco meno di 4. Ebbene, tra i partiti principali, solo due registrano il maggior numero di propri contribuenti in una regione differente da quella con capoluogo Milano. Da una parte “Cambiamo!” del presidente ligure Toti, che trova nella Sicilia gli aficionados economicamente più partecipi. Dall’altra la Lega Nord, quella della prima ora, i cui proventi derivano principalmente dal Veneto. Le due Leghe confermano inoltre la loro trazione settentrionale, giacché per entrambi i movimenti si colloca al terzo posto il Piemonte.
La sinistra (Pd e Articolo 1) avvalora la teoria delle regioni rosse, visto il decisivo impatto economico proveniente dall’Emilia-Romagna. Idem per Italia Viva, i cui cospicui proventi dalla Toscana del leader Renzi non stupiscono chi legge. Forza Italia, invece, conquista i fondi in maniera più omogenea: il suo podio tra le regioni è Lombardia, Campania, Lazio. +Europa, infine, registra un exploit dal Piemonte.
In questa classifica manca però il dato del Movimento 5 Stelle, storicamente contrario ad ogni forma di finanziamento pubblico. Questo almeno fino allo scorso novembre, quando oltre il 70% degli iscritti ha decretato di voler rientrarvi per l’anno successivo. Vedremo allora i numeri che forza daranno loro.
Presente invece Radicali Italiani, movimento anch’esso da sempre contrario ai finanziamenti pubblici ai partiti. Un’adesione che contesta però il meccanismo selettivo del 2×1000 attuale, che premia esclusivamente i partiti presenti in Parlamento. Per questa ragione RI ha lanciato l’appello ai Parlamentari “Liberate la politica”, per dare accesso al 2×1000 anche ai movimenti democratici non rappresentati né alla Camera né al Senato.
Come che sia, tornano a respirare le casse dei partiti, in una stagione sempre più di crisi economica anche per la politica. Un aiuto prezioso perché, senza finanziamento pubblico né cospicuo sostegno dei privati, il 2×1000 consente loro l’incisività necessaria derivante dalla natura costituzionale voluta dal nostro ordinamento. Nella speranza che i proventi ottenuti vengano investiti in maniera intelligente, portando così sempre più italiani ad avvalersi di questo strumento.