Politica

100 anni di Enrico Berlinguer, un Segretario fra il popolo

25
Maggio 2022
Di Alessandro Cozza

Era il 25 maggio del 1922 quando a Sassari nasceva quello che sarebbe diventato nel tempo uno degli uomini più amati e più importanti della storia della sinistra italiana. Enrico Berlinguer avrebbe compiuto oggi 100 anni e per ricordare il Segretario del PCI oggi si mobilita tutto il mondo politico e associativo. La Camera dei Deputati si da appuntamento per commemorare “un grande italiano, uomo di Stato” come lo definisce Enrico Letta, Segretario del Partito Democratico, che interviene per primo nel corso della cerimonia.

Segretario del PCI dal 1972 al 1984, Berlinguer è stato un uomo capace di guardare lontano, di rompere gli schemi, pur rimanendo fedele ai suoi ideali come quando prese decisioni strategiche incredibilmente attuali, come il primo deciso distacco del Pci dal partito comunista della, fino ad allora, Madre Russia: una cosa con cui non tutti in Italia, neanche oggi, hanno ancora finito di fare i conti. Una persona che ha unito tutti nel rispetto verso la sua persona, riservata e decisa allo stesso modo, capace di lasciare una grande eredità politica e morale. Un uomo capace di traghettare un pezzo di paese negli anni più difficili della seconda metà del secolo scorso, e soprattutto di portare un Partito nato per l’opposizione, come quello comunista italiano, condannato alla conventio ad excludendum, a percentuali di popolarità mai più eguagliate.

«Rendiamo omaggio all’uomo politico, l’uomo politico attento alla società e alla cultura, attento alle donne e a i giovani, attento alla formazione dei nuovi quadri dirigenti del Paese. Rendiamo omaggio all’uomo, al suo carisma, al suo pensiero, alla sua sobrietà, alla dedizione totale alla cosa pubblica. Rendiamo omaggio ad un’idea di politica basata sul noi e non sull’io», così il Segretario Letta nel corso del suo intervento alla Camera ricordando uno dei punti che divenne cardine dell’attività di Berlinguer, quello del sostenere convintamente e fino in fondo la cosiddetta “questione morale”. A seguire è il turno di tutti i rappresentati delle forze di sinistra presenti in Parlamento. «Enrico Berlinguer, un grande statista del suo tempo. Un uomo di parte mai fazioso. Ha lavorato per cambiare il mondo, per lasciarlo migliore per quelli che sarebbero venuti dopo. I giovani, le donne, i lavoratori e gli oppressi erano il suo cruccio. Ha guidato il Partito Comunista Italiano negli anni della trasformazione culturale, sociale ed economica del Paese, durante gli anni del terrorismo, a cui dobbiamo la fermezza dello Stato. Ciao Enrico, sei stato un grande italiano», lo ha salutato così Nico Stumpo, deputato di LeU. «Per rendergli omaggio forse basterebbe seguire alcuni suoi esempi di vita: la sobrietà, il rigore nella gestione della cosa pubblica, l’impegno appassionato a difesa della pace e dei diritti dei più deboli, l’ansia di assicurare un futuro al nostro pianeta e ai suoi abitanti», l’intervento del segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni.

Sono intervenuti in aula anche voci degli altri schieramenti. «Un politico consapevole della necessità di superare blocchi e steccati per cambiare radicalmente la società con una prospettiva forte e chiara: dalla parte degli esclusi, della maggioranza silenziosa o, ancor peggio, silenziata», afferma la vice capogruppo alla Camera del Movimento 5 Stelle, Alessandra Carbonaro. «Nella sua figura possiamo trovare la fiera determinazione di idee che non abbiamo mai condiviso, ma che ha sempre rappresentato con orgoglio e che tende ad emozionare anche quanti non lo avevano mai votato», le parole del Deputato di FdI, Tommaso Foti.

Tante, tantissime, le iniziative di oggi per ricordare l’ex Segretario. Su tutte quelle organizzate a Sassari al quale ha partecipato il Capo dello Stato, Sergio Mattarella. «Nell’inaugurazione della lapide per Enrico Berlinguer mi è parso di vedere l’orgoglio dell’ateneo di aver concorso a formare un protagonista della vita democratica del nostro Paese. Mi limito a ricordare la tensione morale costantemente espressa e sollecitata e il profondo rispetto per la Costituzione e le sue regole, due aspetti inscindibili tra loro e un messaggio sempre attuale della nostra Repubblica», ha detto il Presidente della Repubblica nel corso della cerimonia che si è tenuta presso l’Università di Sassari alla presenza del rettore, Gavino Mariotti, del Presidente della Regione, Christian Solinas e delle Ministre Maria Cristina Messa e Fabiana Dadone ed alla quale ha partecipato anche la famiglia Berlinguer.

Ma non solo iniziative istituzionali. Si mobilita anche tutto il mondo associativo, ma quello che colpisce ma non sorprende è l’affetto della piazza virtuale. Quello dei ricordi è un fiume in piena che scorre principalmente sui social dove le persone comuni condividono – tutti con l’#CiaoEnrico – i loro ricordi, i loro aneddoti, le loro esperienze. Si, proprio quei dettagli che hanno reso immortale il Segretario negli anni. Quelle attenzioni che rivolgeva ai cittadini quando li incontrava. Soprattutto nella sua Roma, città che lo aveva adottato e nella quale era iscritto. A Ponte Milvio, quartiere della Capitale dove ancora oggi c’è la sezione del PD dove Berlinguer era iscritto quando la sede era del PCI, i volti storici del quartiere lo ricordano come fosse oggi. Dal caffè al bar, al giornalaio, al meccanico. Perché la forza di Berlinguer è stata proprio questa, essere un Segretario fra il popolo. Quel popolo che era con lui a Padova il 7 giugno del 1984, nel corso del suo ultimo comizio pubblico, e quello stesso popolo che lo ha poi abbracciato nel giorno del suo funerale, il 13 giugno a Piazza San Giovanni a Roma, quando si celebrò il più grande funerale di Stato del Paese con circa 2 milioni di persone presenti.

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