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Usa 2024: – 248, Congresso evita shutdown (per ora), Biden è “abile”, Trump procrastina

01
Marzo 2024
Di Giampiero Gramaglia

Sul bilancio, il Congresso va avanti a rattoppi, anche con in vista l’appuntamento elettorale di USA 2024: approva un provvedimento che evita nell’immediato lo shutdown, cioè la serrata parziale dei servizi pubblici, ma ne allontana la prospettiva soltanto d’alcune settimane, con nuove scadenze l’8 marzo e, soprattutto, il 22 marzo. Una misura tampone che il presidente Joe Biden accoglie, comunque, con soddisfazione, ricordando, però, che senatori e deputati devono continuare “a fare il loro lavoro”, il che, per lui, significa approvare gli aiuti all’Ucraina che restano bloccati. “Ogni giorno che i repubblicani della Camera si rifiutano di votare gli aiuti – dice Biden -, le conseguenze per l’Ucraina si fanno più gravi”.

Un sondaggio per conto dell’Ap indica, però, che il sostegno dell’opinione pubblica agli aiuti all’Ucraina va erodendosi ed è spaccato lungo linee partitiche: rispetto al novembre scorso, chi vota democratico è più incline a pensare che gli Stati Uniti stanno facendo “troppo poco” per l’Ucraina; e chi vota repubblicano è più incline a pensare che stanno facendo “troppo”. Con soddisfazione probabilmente maggiore, il presidente Usa accoglie il verdetto del suo medico, Kevin O’Connor, il dottore della Casa Bianca, che, dopo un approfondito check-up al Walter Reed, l’ospedale militare di Bethesda, l’ospedale dei presidenti, lo dichiara “abile ed arruolato”, cioè capace di assolvere i suoi compiti, e non riscontra cambiamenti significativi nella sua salute rispetto a un anno fa. Non è certo che le rassicurazioni del dottor O’Connor tranquillizzino tutti i cittadini statunitensi circa l’efficienza fisica e mentale del loro presidente di 81 anni.

È soddisfatto anche il probabile rivale del presidente Biden a USA 2024, Donald Trump, la cui ‘’strategia della dilazione’ sembra funzionare. Di appello in appello, fino alla Corte Suprema, i suoi processi slittano: il suo problema non è essere proclamato innocente, ma non essere condannato prima delle elezioni del 5 novembre. E, di questo passo, rischia di riuscirci. Il processo di Washington per l’insurrezione del 6 gennaio 2021 è bloccato, in attesa d’un verdetto della Corte Suprema sulla immunità presidenziale. Il processo di Atlanta per le pressioni esercitate sulle autorità della Georgia per alterare i risultati delle elezioni del 2020 è pure bloccato in attesa dello stesso verdetto (ed è anche impantanato da obiezioni della difesa sulla PM per sue vicende private).

Del processo in Florida sulla sottrazione di documenti riservati, si dovrebbe conoscere oggi la data d’inizio: il procuratore speciale Jack Smith punta sull’8 luglio; i legali dell’ex presidente vogliono che non inizi prima del 2025 e, in alternativa, propongono il 12 agosto. La giudice Aileen Cannon, nominata da Trump, aveva inizialmente previsto il 20 maggio, ma s’è già detta disposta a fare “ragionevoli aggiustamenti” al calendario ipotizzato. L’unica – relativa – certezza è l’inizio, il 25 marzo, del processo a New York per i pagamenti in nero a una pornostar e a una ‘coniglietta’ di playboy quando Trump non era ancora presidente (e, quindi, non può invocare l’immunità). Ma, di tutti i casi, è il più fragile.

Un giudice di New York ha respinto la richiesta di Trump di dilazionare il versamento della somma che è stato condannato a pagare in un processo civile (circa 450 milioni di dollari), ma ha autorizzato i i suoi due figli Donald jr ed Eric a continuare a guidare, per ora, la Trump Organization, la holding di famiglia. La decisione è ancora soggetta a revisione.

Usa 2024: il presidente e l’ex presidente alla frontiera con il Messico
(ANSA) La crisi che il confine fra Stati Uniti e Messico sta vivendo è “l’invasione di Biden”, le cui politiche “consentono a centinaia di migliaia se non milioni di migranti di entrare nel paese”. Trump da Eagle Pass, Texas, sferra un nuovo duro attacco al presidente americano e assicura che se tornerà alla Casa Bianca affronterà l’emergenza con il pugno duro.

A qualche centinaia di chilometri di distanza, nella cittadina di Brownsville, Texas, Biden ringrazia le forze dell’ordine per il lavoro che svolgono ogni giorno e sferza prima il Congresso e poi Trump ad agire sull’immigrazione.

“Ricordiamoci per chi lavoriamo. Lavoriamo per gli americani”, dice il presidente invitando il suo predecessore a smetterla di dire al Congresso di non lavorare con l’Amministrazione sull’immigrazione.
“Invece dei giochi politici e delle richieste di blocco, Trump dovrebbe unirsi a me nel dire al Congresso di approvare il compromesso che era stato raggiunto. Possiamo farlo insieme”, aggiunge presidente.

Dopo mesi di trattative serrate in Senato era stato raggiunto una intesa sull’immigrazione che avrebbe permesso lo stanziamento di ulteriori risorse e concesso al presidente i poteri di chiudere, se necessario, i punti di accesso al confine. Un compromesso “bipartisan, in cui nessuno ha ottenuto tutto quello che voleva. Ma la democrazia funziona così”, spiega Biden.

Il compromesso non è poi stato approvato per l’opposizione dei repubblicani Maga che, spinti da Trump, si sono opposti. La pressione dell’ex presidente è stata dettata dalla volontà di non concedere nessuna vittoria a Biden nell’anno elettorale. E soprattutto dalla sua voglia di continuare la campagna elettorale sull’immigrazione, tema chiave per gli elettori americani. Il blocco chiesto da Trump è considerato un segnale di “debolezza” dallo staff di Biden. “La verità è che Trump non vuole la sicurezza al confine – ha messo in evidenza il manager della campagna di Biden, Julie Chavez Rodridguez -. Preferisce il caos e la crudeltà perché è convinto che possono aiutarlo politicamente”.

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