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Trump 2: Musk in prima linea nella guerra ai giudici. Intanto Trump smantella l’Istruzione

21
Marzo 2025
Di Giampiero Gramaglia

C’è più Elon Musk che Donald Trump, al centro dell’attenzione dei media Usa quest’oggi. Secondo il New York Times, l’uomo più ricco al Mondo “sta per aver accesso ai piani Usa top-secret per fare potenzialmente la guerra alla Cina”. Il giornale rileva: “Fornire a Musk alcuni dei segreti militari meglio custoditi del Paese segnerebbe una considerevole espansione del suo ruolo e sarebbe un’ulteriore sottolineatura dei suoi conflitti d’interesse”.

Proprio Musk, secondo il Washington Post, foraggia la campagna per mettere sotto impeachment quei giudici che intralciano le decisioni dell’Amministrazione: “Musk se la prende coi giudici e spinge i repubblicani verso l’impeachment”. Come lo fa? Semplice: con il massimo delle donazioni possibile ai membri del Congresso favorevoli a mettere sotti impeachment i giudici che difendono la Costituzione e lo stato di diritto.

Le donazioni – osserva il giornale – sono state fatte il giorno dopo che un giudice aveva bocciato licenziamenti indiscriminati di dipendenti federali in prova ordinati dall’ormai famoso Doge, Dipartimento per l’efficienza dell’Amministrazione pubblica, guidato da Musk.

Trump 2: dati e migranti, i giudici persistono
I giudici, però, non mollano. La Ap informa che un giudice federale ha temporaneamente bloccato l’accesso del Doge ai sistemi della sicurezza sociale con i dati personali dei cittadini statunitensi. Nell’attesa di pronunciarsi nel merito della questione, il giudice ha agito su istanza di sindacati e pensionati che chiedono che i dati siano tutelati.

E un altro giudice valuta “miseramente insufficienti” – la citazione è del WP – gli elementi fornitigli dall’Amministrazione per spiegare perché abbia portato a termine nel fine settimana la deportazione in Salvador di 137 immigrati venezuelani appartenenti a una gang, violando l’ordinanza che sospendeva il provvedimento attuato senza supervisione giudiziaria in base a una legge del 1798.

Trump 2: smantellato il Dipartimento dell’Istruzione
Trump, invece, è all’attenzione di tutti i media per avere dato indicazioni al segretario all’Istruzione, l’ex regina del wrestling Linda McMahon, di cominciare a smantellare il suo Ministero, un lavoro che, per essere completato, richiede l’avallo del Congresso. Lo smantellamento del Ministero era una delle promesse elettorali del candidato Trump e, come osserva la Ap, era “da tempo un obiettivo dei conservatori”.

La portavoce della Casa Bianca Caroline Leavitt sottolinea che alcune funzioni del Dipartimento “resteranno attive”, in modo da sottrarsi all’accusa di abuso di potere. La scorsa settimana, erano già stati annunciati, fra le contestazioni di sindacati e di singoli lavoratori, tagli dell’ordine del 50% dei dipendenti del Ministero, specialmente di quelli che si occupano di contrasto all’antisemitismo, all’islamofobia, al razzismo e della lotta contro le discriminazioni nei confronti degli handicappati.

Il Trump 2 sta anche vagliando una proposta del Pentagono di consentire ai militari di arrestare e trattenere migranti che varcano illegalmente il confine: in una ‘zona cuscinetto’ lungo la frontiera, cioè, i poteri dell’esercito nei confronti dei civili sarebbero molto estesi e il suo coinvolgimento nella lotta all’immigrazione illegale sarebbe molto maggiore.

Analisi riguardanti Trump si trovano oggi sulla Cnn, che riscopre come “Io” sia “la parola favorita” del magnate presidente, e sul WP: “Sotto Trump, il tempo dell’autoritarismo è sotto i riflettori”.

Trump 2: polemiche su documenti JFK desecretati
Le modalità d’attuazione della decisione del Trump 2 di desecretare tutti i documenti riguardanti l’uccisione nel 1963 del presidente John F. Kennedy, oltre che quelle nel 1968 di suo fratello Robert e del leader anti-razzista Martin Luther King jr, suscitano polemiche perché fra i documenti diffusi, che non paiono contenere rivelazioni particolarmente interessanti, vi sono dati personali di oltre 200 persone – funzionari o agenti di sicurezza o altro -, alcune delle quali tuttora in vita. Il che potrebbe violare le leggi sulla privacy.

I documenti desecretati sono oltre 2.000: ne emergono, fra l’altro, novità su come gli americani spiavano Fidel Castro e piani della Cia per infiltrare “gruppi arabi rivoluzionari”.

Non è chiaro se la diffusione dei dati sia avvenuta per inavvertenza o volontariamente. Ma, di fatto, le persone in questione, fra cui ex agenti segreti, si ritrovano così’ vulnerabili a furti d’identità o a truffe informatiche o a ritorsioni.

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