Cronache USA / News
Trump 2: caos negli Usa, misure prese e corrette o bloccate, grane per RFK jr e Gabbard
Di Giampiero Gramaglia
Negli Stati Uniti, è un momento di caos: la stampa fatica a stare al passo di decreti e iniziative dell’Amministrazione Trump 2, che vengono emanati e poi corretti (perché mal formulati, o perché il loro impatto era stato mal calcolato), oppure bloccati da giudici. I media commentano così: la Cnn racconta “il giorno in cui Trump si confrontò con la realtà” e osserva che la priorità dell’Amministrazione non è più la lotta all’inflazione e il calo dei prezzi – difficile da ottenere -, ma la deportazione di migranti – dove è più facile mostrare qualche risultato -.
Sul Washington Post, Philp Bump scrive che, “a forza di sventrare le istituzioni americane, Trump sta sventrando l’America”. E il giornale analizza, uno per uno, tutti i provvedimenti presi dall’Amministrazione Trump 2 che potrebbero rivelarsi illegali.
Un esempio: la decisione del giudice distrettuale Loren L. AliKhan che ha bloccato, pochi minuti prima che entrasse in vigore, e almeno fino a lunedì 3 febbraio, il congelamento di prestiti e pagamenti dell’Amministrazione pubblica. L’intervento del giudice fa seguito a un’istanza deposta da organizzazioni nonprofit che sostengono che la misura sia incostituzionale.
Prima che il giudice intervenisse, la Casa Bianca aveva già circoscritto – scrive il NYT – e precisato la portata del provvedimento, che aveva subito creato problemi, specie nell’ambito della sanità. Mentre il Dipartimento di Stato è a sua volta intervenuto per definire la portata dello stop agli aiuti all’estero annunciato e per esentare dal blocco l’assistenza ‘salva vita’: organizzazioni umanitarie, in tutto il Mondo, avevano fatto sentire la loro voce.
Ma i provvedimenti destinati a creare confusione e preoccupazione si susseguono. La Casa Bianca ha informato i dipendenti federali che, se daranno le dimissioni entro il 6 febbraio, potranno lasciare subito il lavoro, ma saranno pagati fino al 30 settembre – non è chiaro come i vuoti di personale saranno riempiti nel breve termine -.
La stampa di destra, come il Daily Signal, nota – con toni molto positivi – che Trump esclude ogni sostegno pubblico ai cambiamenti di sesso dei minori: gli Stati Uniti – recita un ordine esecutivo – “non finanzieranno, sponsorizzeranno, promuoveranno, assisteranno o sosterranno in nessun modo la cosiddetta ‘transizione” di un minore da un sesso all’altro”.
E il Washington Post rivela che il segretario alla Difesa Pete Hegseth sta cercando come ‘punire’ l’ex capo di Stato Maggiore, generale Mark Milley, che oppose resistenza alle pretese di Trump durante il primo mandato. Sul piano giudiziario, Milley è protetto dalla grazia preventiva concessa dal presidente Joe Biden a fine mandato, ma resta esposto a procedure disciplinari, che potrebbero, ad esempio, privarlo di una stella, nonostante sia già in congedo. Hegseth ha già limitato l’accesso di Milley al Pentagono.
Trump 2: nomina RFK jr al vaglio del Senato, figlia JFK lo denuncia come “predatore”
Il segretario alla Sanità designato da Trump Robert F. Kennedy jr, figlio di Robert Kennedy e nipote del presidente assassinato John F. Kennedy, inizia oggi le audizioni in Senato. In una lettera e in un video ai senatori, sua cugina Caroline Kennedy, figlia di JFK ed ex ambasciatrice degli Usa in Australia e in Giappone, ne fa un ritratto spaventoso, lo descrive come un “predatore” e chiede che la sua nomina sia cassata: è l’ultimo attacco della famiglia Kennedy alla loro ‘pecora nera’.
Il Washington Post ha contato quante volte, nel recente passato, RFK jr, noto negazionista e ‘no vax’, s’è pubblicamente espresso contro i vaccini con argomentazioni scientificamente infondate: dal 2020, sono 114 i podcast, le interviste e i discorsi, RFK jr ha messo 36 volte in relazione vaccini e autismo – un’affermazione ricorrente, ma senza basi scientifiche -; e ha anche detto che bianchi e neri dovrebbero avere programmi di vaccinazione diversi.
Trump 2: un evento in Vaticano ‘galeotto’ per Tulsi Gabbard
(ANSA) Nuove ombre su Tulsi Gabbard, che giovedì affronterà l’esame del Senato per essere o meno confermata a capo della National Intelligence, l’agenzia che coordina la comunità degli 007.
Il New York Times ha rivelato che l’ex deputata democratica venne controllata per la partecipazione nel 2024 a un evento in Vaticano organizzato da un uomo d’affari europeo inserito in una ‘watch list’ dell’Fbi di cui il giornale non pubblica il nome. Non vi è alcuna indicazione, sottolinea il NYT, che Gabbard abbia fatto qualcosa di sbagliato. E non è chiaro perché l’Fbi abbia inserito l’uomo d’affari europeo nella sua lista – potrebbe anche trattarsi di un errore -.
Ma il viaggio in Italia, unito alla visita fatta nel 2017 in Siria e in Libano e alla condivisione d’elementi della narrativa russa sul conflitto ucraino, solleva il dubbio se Gabbard sappia soppesare adeguatamente le implicazioni dei suoi viaggi e delle sue associazioni.