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26
Luglio 2024
Di Redazione

Diceva Montesquieu ne “Lo spirito delle leggi”: “Un’ingiustizia fatta all’individuo è una minaccia fatta a tutta la società”. Basterebbe associare questa frase al caso Toti e chiudere qui l’analisi, lasciando ad ognuno le proprie valutazioni. Ma perché privarci del piacere di dire di più? 

Alla fine ce l’hanno fatta: Giovanni Toti si è dimesso da Presidente della Regione Liguria dopo 80 giorni agli arresti domiciliari ed un solo interrogatorio, quello di garanzia, dopo il quale la Procura ha affermato pubblicamente di non ritenersi soddisfatta in quanto il presunto reo non avrebbe confessato i delitti commessi. 
Strano modo di intendere la giustizia. Se Toti non si fosse dimesso quanto ancora avrebbe dovuto rimanere agli arresti? Quanto sarebbe durato quel rischio di “reiterazione del reato” che lo teneva fermo a casa? Quanto ancora una tra le Regioni più ricche d’Italia avrebbe dovuto rimanere bloccata per mancanza del vertice amministrativo? 
Il sillogismo “se governa reitera il reato” è una distorsione che non poteva reggere a lungo.
Ha governato e quindi ha commesso reati –> se torna a farlo li potrebbe commettere di nuovo –> teniamolo fermo ad libitum fino a quando lui non cede o, un domani molto lontano, un Giudice terzo ne riconoscerà colpevolezza o innocenza. 

E’ un peccato che a cedere prima sia stato l’innocente fino a prova contraria, e non chi ha delineato questo principio giuridico innovativo. 

Si dimette quindi, Toti, consapevole di non avere alcuna possibilità di uscirne fino a quando la questione fosse rimasta nell’ambito dei Tribunali territoriali e forse anche scoraggiato dalla mancanza di qualsiasi sostegno politico davvero degno di questo nome. 
Qualche timida solidarietà, ogni tanto qualche menzione, e poi solo la resistenza di alcuni ex colleghi giornalisti mai stanchi di ricordare quanto surreale fosse questa detenzione a tempo indefinito per un rischio tautologico e irrisolvibile. 
Che sia di grande monito quanto sta accadendo in Liguria, perché la storia insegna che ad un precedente si possono attaccare tutti, dai più ai meno responsabili, e più la Legislatura andrà avanti verso la sua seconda metà più altri casi potrebbero verificarsi. 

Tutto quello che attualmente viene deciso a livello amministrativo potrebbe riemergere ed essere oggetto di contestazione, o addirittura di arresto, tra 4 anni (come successo a Toti); tutti gli atti decisionali che abbiano inevitabilmente favorito un soggetto piuttosto che un altro, anche in virtù del fatto che non esistono decisioni che possono favorire tutti allo stesso modo, diventeranno oggetto di sospetti di rapporti illeciti (come successo a Toti); per tutti potrebbe valere il fatto che sia meglio interdire l’attività di governo piuttosto che proseguirla, pena il rischio di ulteriori danni (come successo a Toti).
Un disastro giuridico che ci richiama alla memoria un’altra citazione, quella del Ministro di Napoleone, Joseph Fouché, il quale a seguito della decisione dell’Imperatore di fucilare l’oppositore politico Duca d’Enghien disse: “E’ peggio di un crimine, è un errore”

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