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11
Maggio 2024
Di Redazione

“Non scrivere di giustizia, non ci cascare, a chi legge non interessa nulla, non è materia da analisi”… ma è difficile resistere a certe tentazioni, nonostante il proprio buonsenso suggerisca di fare altro. 

E quindi eccoci qua, di nuovo a parlare della costante che regola l’equazione della vita politica italiana degli ultimi 30 anni. L’elemento inaggirabile per qualsiasi governo nazionale o locale, di centrodestra o centrosinistra e finanche tecnico. 

Succede che in Liguria vengano arrestati degli esponenti politici, degli imprenditori e anche i rappresentanti di alcune comunità di famiglie del Sud. 

Basandoci solamente sulle fonti pubbliche, ovvero il comunicato stampa della Procura di Genova e le gocce di atti riservati o depositati pubblicati dai giornali, apprendiamo che vi è una totale disparità di motivazioni tra le persone coinvolte. 

Per alcuni, si parla in maniera estremamente circostanziata di pagamenti in contante, regali e soggiorni gratuiti presso prestigiose località; per altri, si fa riferimento a dei contributi economici all’attività politica, canalizzati attraverso comitato elettorale. 

Inoltre, il personaggio più importante coinvolto nella vicenda, Governatore della Regione, viene privato della propria libertà personale e della propria capacità lavorativa, sulla base di fatti risalenti a 3-4 anni fa e su una richiesta di arresto depositata dalla Procura circa 5 mesi fa. 

Il che fa sorgere spontanea la domanda: 

– reiterazione del reato? In 4 anni avrebbe potuto replicarlo all’infinito. 

– pericolo di fuga? Il Governatore è in carica e pareva anche intenzionato a ricandidarsi l’anno prossimo 

– inquinamento della prove? Vale quanto scritto sopra e comunque, essendo l’inchiesta basata prevalentemente su intercettazioni, appare difficile cancellare il passato, a meno che non ci si trovi dentro Tenet Interstellar. 

Premesso quindi che tutti sono sempre innocenti fino a sentenza definitiva di colpevolezza, e che saranno i Magistrati giudicanti a stabilire le eventuali responsabilità penali degli indagati, ne conseguono alcune domande: 

1) Era proprio necessario arrestare la persona più in vista della politica ligure, nonché una delle più note in Italia, sulla base di fatti ed elementi d’indagine così risalenti nel tempo? Non sarebbe bastato un avviso di garanzia?

2) Considerate le disparità a carico degli indagati e che la responsabilità penale è sempre personale, non sarebbe stato più corretto separare le inchieste rispetto a più precisi elementi di colpevolezza?

3) Era davvero necessario farlo ora, piuttosto che a dicembre o gennaio, quando il PM aveva richiesto gli arresti? Proprio ora che siamo ad un mese dal voto e ai blocchi di partenza di una Riforma costituzionale della Giustizia che sarà anche oggetto della prossima Assemblea nazionale dell’Associazione Nazionale Magistrati? 

4) Da ultimo, per tutti noi che leggiamo e ascoltiamo, saremo in grado di distaccarci dal giudizio immediato sulle guasconate dette al telefono dagli indagati e che, è bene esserne sempre coscienti, non costituiscono fonti di prova sufficienti per condannare una persona? Saremo in grado di distinguere il giudizio penale da quello di pancia del momento?

Tra anni avremo forse le risposte a queste domande, nel prossimo mese assisteremo al giudizio della corte mediatica, purtroppo agevolata dalle grida dagli spalti degli spettatori interessati alla vicenda: i politici, di maggioranza e opposizione, che per l’ennesima volta vedranno un’inchiesta come l’occasione per accrescere i consensi o deviare l’attenzione dai propri guai. 

Dopo 30 anni, non abbiamo ancora imparato nulla. Nessuno escluso. 

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