Il “delitto perfetto” in salsa pugliese è quasi compiuto.
Abbiamo seguito da vicino in queste settimane lo stillicidio delle posizioni assunte da Giuseppe Conte per mettere in imbarazzo il PD, cui da ieri si aggiunge un nuovo capitolo.
Il Presidente del M5S, compreso nel suo ruolo di tutore unico della moralità, ha deciso di uscire dalla Giunta della Regione Puglia guidata da Michele Emiliano. Resterà deluso chiunque potesse immaginare una reazione indignata di Emiliano, Magistrato tuttora ora in aspettativa, il quale ha invece preferito accodarsi a Conte sulle pagine del
Fatto: “Ritengo che, una volta che avremo realizzato ciò che ci chiedono, questa parentesi si chiuderà velocemente, anche prima delle elezioni europee”.Quindi ci chiediamo, giusto per provare ad avere un quadro più chiaro: – il PD rappresentato da Emiliano dà ragione a Conte sul fatto che lo stesso PD abbia bisogno di “pulizia”? O forse dobbiamo ipotizzare che la mossa di Conte non sia stata del tutto fatta al buio ma che, al contrario, lo stesso Emiliano ne fosse a conoscenza, insieme all’altro “cacicco” Francesco Boccia?
– se ora servono interventi per “fare pulizia”, tutti i vari Codici Etici e di comportamento già ampiamente pubblicizzati negli ultimi anni che fine hanno fatto? Se hanno fallito i precedenti perché dovrebbero funzionare i prossimi?
– considerato che Elly Schlein è Segretaria del PD da poco più di 1 anno, coloro i quali hanno nominato i presunti “impresentabili” non hanno nulla da dire? Quando chiedono “pulizia” a chi stanno parlando, esattamente?
– il PD accorderà al M5S un potere di veto sui suoi candidati anche nelle future elezioni locali o nazionali? Il caso Puglia crea un precedente pericoloso in questo senso.
Vedremo se i prossimi giorni forniranno le risposte alle nostre domande, ma vale quanto già scritto rispetto alla sensazione di un PD che progressivamente stia perdendo il controllo dell’agenda politica del suo campo politico.
Dalla prossima settimana torneremo però ad occuparci di elezioni (si vota in Basilicata, do you remember?) e di alcune strane scelte della maggioranza di governo, come quella relativa alla potenziale reintroduzione del carcere per i giornalisti.
Il classico autogol di cui non si sentirebbe mai il bisogno in periodo di campagna elettorale, in quanto irrealizzabile in primis e, in secondo luogo, utile solamente a ricompattare il fronte di quell’opposizione mediatica in piena crisi per le diatribe PD-M5S su questioni “morali-giustizialiste”.