Superata la Pasqua mancheranno 2 mesi alle elezioni europee, ma il quadro dei sondaggi non sembra offrire spazio per le rivoluzioni.
Riavvolgiamo il nastro a 5 anni fa. Il Governo era il Conte I, frutto dell’alleanza tra Movimento 5 Stelle e Lega i quali, alle elezioni del marzo 2018, si erano attestati rispettivamente sul 33% e il 17%.
Un anno dopo, le elezioni europee furono la miccia che fece saltare tutto: risultati invertiti tra i 2 partiti di maggioranza, con Salvini ad uno stratosferico 34% e il M5S dimezzato al 17%. Un trionfo per l’allora Capitano, un risveglio violentissimo per il partito anti-sistema alla prima prova di Governo.
Poco dopo iniziarono le divisioni, le inevitabili inchieste della Magistratura prontamente cavalcate da un partito contro l’altro, fino ad arrivare all'”ubriacatura” di agosto che porto alla fine del Governo e alla “mossa del cavallo” (copyright Matteo Renzi).
Il centrosinistra sconfitto alle politiche torna al Governo, nasce il Conte II, il M5S vota per la nascita della Commissione von der Leyen e Paolo Gentiloni diventa Commissario UE.
Torniamo ad oggi. A leggere l’esito delle più recenti elezioni regionali, cui a breve farà seguito il voto in Basilicata e quello dei sondaggi di questi giorni, non sembra davvero esserci spazio per sorprese come quella sopra ricordata.
La Presidente Meloni gode di un livello di fiducia ancora alto, Fratelli d’Italia è tuttora nettamente il 1° partito d’Italia e la distanza sia dai suoi alleati sia dagli avversari appare difficilmente riducibile.
Ovvio che un risultato oltre le aspettative, diciamo oltre quota 30%, rappresenterebbe un trionfo, ma anche un rischio di eccessivo “dominio” sulla maggioranza. Meglio forse vincere senza stravincere pensando, oltre che al Salvini del 2019, anche al Renzi del 2014 a quota 41%.
Interessante la dinamica dei suoi partner, invece. Aleggia sempre la solita domanda: riuscirà Forza Italia, ad un anno dalla morte del Fondatore, a superare la Lega? Oppure, rovesciando la prospettiva, riuscirà la Lega a scendere sotto Forza Italia dopo il pareggio delle politiche 2022 e il lontano 34% di 5 anni fa? Il sondaggio Ipsos per il Corriere sembra dire di sì, altri risultati sono più incerti.
Altrettanto interessanti i movimenti all’opposizione. Se al centro ci si contende la lotta per la sopravvivenza oltre il 4%, tra la lista di Azione/NOS (qui intervista al leader Tommasi su The Watcher Post) e quella degli Stati Uniti d’Europa composta da Renzi, Bonino e altri, è a sinistra che la sfida si fa più delicata.
Nonostante l’onda lunga delle regionali e di alcuni sondaggi, non sembra plausibile un sorpasso di M5S nei confronti del PD.
Le elezioni europee sono – anche – elezioni territoriali, che si giocano sulle preferenze e sulle lotte fratricide nel singolo pezzo di terra. Uno sport in cui il PD è “maestro cintura nera 3° dan” mentre M5S solo un giovane apprendista.
Questo dovrebbe indirettamente e involontariamente favorire la stabilità della leadership di Elly Schlein, sebbene ci risuoni in testa il dubbio che il sostegno delle correnti nei suoi confronti sia puramente temporaneo, in vista di una leadership di coalizione più nelle corde di Giuseppe Conte.
Questo il quadro sommario a poco più di 60 giorni dal voto, un quadro che sicuramente vi terrà svegli e vigili in questi giorni di pausa pasquale. Ma ci auguriamo per voi di no.