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Perché sono importanti gli incontri di Mattarella con Bosnia e Finlandia

04
Luglio 2024
Di Paolo Bozzacchi

Da un lato i Balcani, cuore pulsante dell’Unione europea che verrà. Dall’altro la NATO, nella sua espressione più contemporanea, quella degli ingressi di Svezia e Finlandia. Queste le due direttrici di politica estera che hanno caratterizzato la settimana del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Che ha prima incontrato il Presidente di turno della presidenza Tripartita di Bosnia Erzegovina, Denis Becirovic, poi il Presidente della Finlandia, Alexander Stubb

Finlandia alle prese con le ingerenze della Russia

“La sua visita è l’occasione per ribadire l’amicizia tra Italia e Finlandia, la collaborazione e la sintonia sulle più importanti questioni europee ed internazionali” ha dichiarato Mattarella accogliendo Stubb. Da appena un anno nella Nato e dopo decenni di non allineamento militare, la Finlandia condivide 8 valichi e 1340 chilometri di frontiera con la Russia. Ed è seriamente impegnata a garantire l’integrità territoriale, con il dichiarato obiettivo di evitare di essere coinvolta dal conflitto. Il Parlamento di Helsinki ha approvato inoltre all’unanimità un accordo con gli USA di cooperazione sulla difesa, che consentirà l’uso di basi militari locali da parte dell’esercito statunitense.

Proprio come Washington fa in 11 Paesi Nato, tra cui Svezia, Norvegia e Danimarca. Non solo. La Finlandia ha reso noto che si asterrà dal costruire relazioni politiche con Mosca finché la Russia continuerà il conflitto in Ucraina. E sta denunciando da mesi manovre di Mosca per lasciar passare un numero crescente di richiedenti asilo e mettere in difficoltà il Paese nordico. Tanto che il Parlamento finlandese sta discutendo una proposta di legge sulle deportazioni che consentirebbe alle autorità locali di rifiutare richieste di asilo in determinate circostanze. È l’ennesima ripercussione dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

Bosnia: nei Balcani qualcosa si muove

“Ribadire la grande amicizia e la volontà di ampliare la collaborazione”. Così Mattarella, durante l’incontro con il presidente di turno della presidenza Tripartita di Bosnia-Erzegovina, Denis Becirovic. Ricevuto assieme al viceministro degli Affari esteri e della Cooperazione Internazionale del governo Meloni, Edmondo Cirielli. Becirovic durante l’incontro con il presidente della Camera dei Deputati, Lorenzo Fontana, avrebbe chiesto al Parlamento italiano, secondo il sito bosniaco “Klix”, di adottare una risoluzione a sostegno dell’indipendenza, sovranità e integrità territoriale della Bosnia Erzegovina. Appena 10 giorni fa la Commissione contro il razzismo e l’intolleranza (Ecri) del Consiglio d’Europa pur evidenziando i progressi compiuti dalla Bosnia, ha nuovamente sottolineato la “necessità di un cambio di paradigma fondamentale per superare il risentimento, la sfiducia e l’odio profondamente radicato che ancora troppo spesso caratterizzano le relazioni interetniche nel Paese”.

Tra i progressi della Bosnia l’aumento del budget assegnato all’Istituzione dei difensori dei diritti umani e il notevole miglioramento della situazione dei migranti, per la maggior parte ospitati nei centri di accoglienza temporanei. Il vero punto è che il sistema politico del Paese è ancora frammentato su linee etniche, sulla base dell’Accordo di pace di Dayton del 1995. Lo dimostra la prima riunione dell’Assemblea “panserba” tenutasi a Belgrado: un vertice fra le dirigenze istituzionali di Serbia e Repubblica Srpska, per ribadire e consolidare l’unità e la compattezza del popolo serbo nella regione, applaudito da Mosca.

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