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La pandemia è finita. L’Oms ora lo afferma, ma dice di non abbassare la guardia
Di Giampiero Cinelli
Era nell’aria ma ancora non ufficiale. Dopo essersi fatto attendere abbastanza l’Oms oggi ha dichiarato che la pandemia è finita. Da ora quindi il virus Covid-19 deve essere considerato e trattato come una patologia ordinaria, che rimarrà tra noi. Sarà endemica, per usare il termine tecnico. Eppure, anche stavolta, quando persino gli scienziati dovrebbero intuire il valore della comunicazione, l’Organizzazione Mondiale Della Sanità ci ha tenuto ha specificare che ad essere passata è l’emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale, non in realtà la pandemia, che nel suo senso proprio indica la diffusione massiccia a livello globale di un agente patogeno. «L’Oms non dichiara l’inizio di una pandemia e non ne dichiarerà nemmeno la fine. Tuttavia, un mondo stanco di Covid probabilmente interpreterà questo annuncio in questo modo», hanno detto i funzionari dell’Oms. «Resta il rischio di nuove varianti emergenti che possono causare nuove ondate di casi e morti», ha aggiunto il direttore dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus.
La postura delle istituzioni però stavolta non frenerà da un lato l’allegria, dall’altro il retrogusto malinconico nell’immediato ricordo di due anni vissuti in un modo inimmaginabile per la nostra società. Nessuno dimenticherà infatti quegli attimi, la tensione serpeggiante, soprattutto agli inizi della vicenda pandemica. L’emergenza di interesse internazionale viene valutata dall’Oms il 30 gennaio 2020, in Italia i primi due casi (una coppia di turisti cinesi) vengono annunciati il 31 gennaio, poi a febbraio i primi lockdown nella provincia di Bergamo, per arrivare alle zone protette (definite coi colori) fino al primo storico lockdown del 9 marzo 2020. L’11 marzo 2020 infine, contrariamente alle dichiarazioni odierne, l’Oms diceva al mondo che il Covid aveva causato a tutti gli effetti una pandemia. Una pandemia che in tutto ha causato 7 milioni di morti accertati, ma dovrebbe essere almeno 20 milioni il numero reale. In Italia sono attualmente 190.000.
«È stata una lotta durissima che però abbiamo vinto. Lo abbiamo fatto rimanendo uniti. – Così Francesco Vaia, direttore generale dell’Inmi Spallanzani – L’Oms ha finalmente certificato quello che ripeto ormai da tempo: la pandemia è finita. Questa dichiarazione ha anche un risvolto fortemente simbolico ed emozionante per tutti, soprattutto per chi, come noi, lo ha vissuto in prima fila. Se la pandemia è ora alle spalle è merito dei sacrifici di medici e sanitari, all’incessante e determinante lavoro dei ricercatori, alla forza e al coraggio di milioni di italiani. Adesso – continua – è tempo di riprendere in mano le nostre vite senza dimenticare quello che la pandemia ci ha insegnato: la necessità di un piano di prevenzione efficace, un potenziamento del nostro Servizio Sanitario Nazionale non più rinviabile, l’esigenza di una forte integrazione ospedale-territorio e della valorizzazione del capitale umano».