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Ora è Conte in posizione di forza, pur con la metà dei voti del Pd
Di Daniele Capezzone
Inutile far finta che non sia così, come alcuni cercano di far credere dalle parti del Nazareno.
Dopo la manifestazione di sabato scorso, appare certificata una condizione politicamente gregaria del Pd rispetto ai Cinquestelle, pur disponendo in teoria il partito di Elly Schlein del doppio dei voti rispetto a quello guidato da Giuseppe Conte.
Ma – ecco il punto – la realtà è che il partito più grosso non è stato capace di proporre, e meno che mai di imporre, una sua linea alla coalizione da costituire. Anzi, ha costantemente dato la sensazione di inseguire.
E, inseguendo inseguendo, si è ora conformato alle posizioni grilline un po’ su tutto: sull’economia, sulla politica internazionale, sui toni complessivi da dare alla propria opposizione.
Mediaticamente, poi, l’efficacia propagandistica di alcune trasmissioni e di alcuni opinionisti e commentatori di simpatie grilline è molto superiore rispetto alle pallide narrazioni piddine. E questo fa il resto.
Morale: anche al di là della forma (la coalizione ci sarà o no? chi sarà il candidato premier?), già ora la sostanza dice che è Conte a decidere la musica. Elly può solo unirsi al ballo.
