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ONU, Consiglio di Sicurezza: condanna a Israele per leggi anti-Unrwa
Di Paolo Bozzacchi
“Il Medioriente si trova nel momento più pericoloso da decenni”. Così Tor Wennesland, coordinatore speciale ONU per la pace in Medioriente, durante i lavori del Consiglio di Sicurezza. A testimonianza di come la tanto sperata de-escalation sia ancora un miraggio. “Siamo entrati nel secondo anno di questo conflitto orribile, e la regione è sull’orlo di un’altra grave escalation. La violenza nei Territori palestinesi occupati e nella regione più in generale non si registrano segnali di attenuazione”.
Affare Unrwa
“Sono profondamente preoccupato per l’adozione, da parte della Knesset di Israele, di due leggi riguardanti l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (Unrwa), che, se attuate, impedirebbero probabilmente all’Unrwa di continuare il suo lavoro essenziale nei Territori palestinesi occupati, compresa Gerusalemme Est, come previsto dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite. L’Unrwa è il principale mezzo con cui viene fornita assistenza essenziale ai rifugiati palestinesi nei Territori palestinesi occupati. Non esiste alternativa all’Unrwa. L’attuazione delle leggi potrebbe avere conseguenze devastanti per i rifugiati palestinesi nei Territori palestinesi occupati, il che è inaccettabile. Invito Israele ad agire in modo coerente con i suoi obblighi ai sensi della Carta delle Nazioni Unite e con gli altri obblighi previsti dal diritto internazionale, compresi quelli previsti dal diritto internazionale umanitario e quelli riguardanti i privilegi e le immunità delle Nazioni Unite. La legislazione nazionale non puo’ modificare tali obblighi. L’attuazione di queste leggi sarebbe dannosa per la risoluzione del conflitto israelo-palestinese e per la pace e la sicurezza nella regione nel suo complesso. L’UNRWA è indispensabile“.
Cosa ha deciso Israele
I due progetti di legge approvati dalla Knesset che prendono di mira l’agenzia di soccorso delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) sono solo l’ultimo episodio di decenni di braccio di ferro tra Israele e l’agenzia Onu. Una decisione criticata dalla comunità internazionale, a cominciare dagli alleati Usa, che di fatto vieta le “attività dell’UNRWA in territorio israeliano”, compresa Gerusalemme Est, occupata e annessa da Israele. Un secondo testo vieta ai funzionari israeliani di collaborare con l’Unrwa e i suoi dipendenti, il che comprometterebbe notevolmente le attività dell’agenzia, considerata la “spina dorsale” degli aiuti umanitari a Gaza.
La storia delle critiche a Unrwa
Non è la prima volta che l’agenzia Onu si ritrova a fronteggiare limitazioni operative, critiche e tagli ai propri finanziamenti. In passato, la controversia più clamorosa è stata l’accusa di Israele secondo cui 12 dipendenti dell’agenzia avrebbero preso parte all’attacco sferrato da Hamas lo scorso 7 ottobre, spingendo 16 Paesi, tra cui l’Italia, a sospendere il sostegno economico all’Unrwa. “Lo abbiamo detto per anni: Unrwa non fa altro che peggiorare il problema dei rifugiati, ostacolare la pace e fungere da spalla per Hamas a Gaza. Unrwa non è la soluzione, molti dei suoi dipendenti sono vicini ad Hamas”, aveva detto il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz. Nel 2021 fu l’Unione Europea a negare a Unrwa una cospicua parte dei finanziamenti, una decisione giustificata dalla “mancata rimozione dai testi scolastici di contenuti che incitano all’antisemitismo e alla violenza”.
Nel 2018 fu Donald Trump a impartire il colpo forse più duro ad Unrwa, negando all’agenzia centinaia di milioni di dollari. In quello stesso anno il premier Benjamin Netanyahu, al potere all’epoca come oggi, affermò che Unrwa “mantiene volontariamente vivo il problema dei profughi”. Una polemica nata dopo la decisione di riconoscere lo status di rifugiati a palestinesi con la cittadinanza di altri Paesi. La mossa di Unrwa, nei fatti, riconosceva a circa 5,7 milioni di palestinesi della diaspora il diritto di tornare alle case da cui erano stati espulsi nel 1948, una decisione, si difese l’agenzia, in linea con la risoluzione 194 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Per generazioni Unrwa è stata un’ancora di salvezza vitale nella Striscia di Gaza. Nei territori palestinesi l’agenzia ha 13mila impiegati, il 99% dei quali palestinesi. In tutto, con ben 30mila dipendenti costituisce un’importante agenzia dell’Onu, attiva anche in Paesi come Siria, Libano, Giordania. Gestisce ben 58 campi rifugiati, 706 scuole frequentate da oltre 543 mila studenti, 140 servizi sanitari primari in cui vengono effettuate più di 7 milioni di visite mediche. Ora il capo dell’Unrwa, Philippe Lazzarini, ha denunciato il divieto di Israele che secondo lui “aggraverà la sofferenza dei palestinesi”. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha affermato di temere “conseguenze devastanti” se le due leggi fossero applicate.