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Micromanovre ‘24 per illudersi di posizionarsi nel ‘27

05
Febbraio 2024
Di Daniele Capezzone

Per pura carità – non di patria ma verso alcuni malcapitati – mi limiterò a citare i peccati senza evocare i relativi peccatori. La notizia è che un po’ da tutte le parti della barricata politica, sia nell’area di maggioranza che in quella di opposizione, sono in movimento micro formazioni: ma talmente micro che nemmeno se ne ricorda il nome, la sigla, il simbolo. Qualcuna si colloca a sinistra-sinistra, qualcun’altra a destra-destra, qualcun’altra ancora nell’estremo centro. 

Spesso si tratta di operazioni di una o due o tre singole persone, o di reduci provenienti da stagioni precedenti minimamente più gloriose, o di delusi dall’uno o dall’altro capopartito, o infine di scissionisti rispetto a movimenti altrettanto personalistici ma almeno un po’ più strutturati. 

Ecco, razionalità dice: ma dove volete che vadano formazioni nemmeno testate nei sondaggi (anzi: forse neppure testabili), roba da 0,1%, entità minuscole non dotate né di una riconoscibilità ideale né di una forza territoriale? Com’è possibile pensare – in queste condizioni – di superare lo sbarramento del 4% previsto per le Europee? Solo dei matti potrebbero esserne convinti.

In realtà questa follia ha una sua spiegazione (a sua volta irrazionale, cioè interna a un delirio iperpoliticista) che va comunque messa a fuoco. In qualche caso si tratta di pure operazioni di vendetta verso leader più robusti: non mi hai voluto? Mi hai marginalizzato? E io mi metto in proprio: magari non otterrò nulla per me, ma sottrarrò a te qualche decimale in vista della tua corsa verso il 4%, sperando di contribuire al tuo fallimento. In qualche altro caso (e la seconda ipotesi è complementare con la prima) si tratta di micromovimenti per segnalare la propria esistenza in vita e posizionarsi in vista del voto politico del 2027. Come dire: lo vedi che esisto? Lo vedi che qualcosa “peso”? E allora dovrai candidarmi, altrimenti allora – alle politiche, tra qualche anno – ti procurerò lo stesso piccolo ma significativo danno che mi sto preparando a causarti – adesso – alle Europee. 

È questa la logica perversa che guida alcune micromanovre: ciascuno può giudicarne il legame con la realtà (scarso) e il rapporto con la vita concreta e le esigenze degli elettori (nullo). Ma tant’è…

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