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La strategia di Panetta: equilibrio tra vigilanza, crescita economica e stabilità finanziaria
Di Cesare Giraldi
Nel suo intervento al congresso Assiom Forex di Torino, il Governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, parla per la prima volta dopo settimane in cui il risiko bancario si è infuocato, delineando una strategia chiara per il futuro dell’economia italiana ed europea che punta a bilanciare vigilanza, stabilità e crescita economica. Da un lato, secondo il Governatore, la Banca d’Italia si mantiene neutrale sulle fusioni bancarie, vigilando solo sulla loro sostenibilità. Dall’altro, esorta a una riduzione graduale dei tassi per stimolare la ripresa economica e lancia un appello per un coordinamento europeo sugli investimenti. Infine, mette in guardia dagli effetti negativi delle guerre commerciali e dei dazi, sottolineando la necessità di rafforzare la competitività dell’Europa attraverso scelte strategiche e investimenti mirati.
L’approccio che Panetta ha delineato nel suo intervento si basa su tre pilastri fondamentali: la vigilanza neutrale ma attenta sul risiko bancario, con la consapevolezza che il consolidamento può ridurre il divario con le banche europee, ma lasciando tuttavia la decisione finale agli azionisti e alle dinamiche di mercato;
l’invito a proseguire la riduzione dei tassi d’interesse, per sostenere la ripresa economica e garantire un equilibrio tra crescita e stabilità; il monito sugli effetti negativi delle guerre commerciali e la necessità di un piano di investimenti comune europeo, per aumentare la produttività e ridurre la dipendenza dai mercati esterni.
Panetta ha insistito sulla necessità che l’Europa si rafforzi attraverso investimenti mirati e un mercato unico più integrato, senza attendere soluzioni esterne. Il contesto attuale, caratterizzato da una fase di ristrutturazione del sistema bancario, rischi geopolitici e incertezze economiche globali, richiede risposte strategiche e non scelte dettate dall’emotività o dalla pressione politica.
Il risiko bancario e il ruolo di Bankitalia
Negli ultimi mesi, il settore bancario italiano è stato caratterizzato da una serie di operazioni di fusione e acquisizione che stanno ridisegnando il panorama finanziario del Paese. Tra le principali operazioni in corso c’è quella di Unicredit, che ha lanciato un’offerta pubblica di scambio (Ops) da 10,1 miliardi su Banco BPM, con l’obiettivo di rafforzarsi nel Nord Italia, ma offrendo un premio molto ridotto rispetto ai valori di mercato. Il Banco BPM, a sua volta, ha avviato un’Opa su Anima Holding, la società di gestione del risparmio di cui già detiene il 22%. Monte dei Paschi di Siena (Mps) ha annunciato un’Ops da 13,3 miliardi su Mediobanca, con una prospettiva di integrazione che coinvolgerebbe anche la partecipazione del 13% in Generali. Bper ha messo in campo un’Ops da 4,3 miliardi su Banca Popolare di Sondrio, istituto in cui Unipol detiene già una quota significativa e con il quale ha in essere un accordo di vendita di prodotti assicurativi.
Di fronte a questa intensa attività di consolidamento, Panetta ha ribadito la neutralità della Banca d’Italia, sottolineando che il suo ruolo è quello di garantire che ogni operazione sia condotta nel rispetto delle normative italiane ed europee e che le banche risultanti siano solide, efficienti e capaci di operare con prudenza. Tuttavia, ha anche precisato che non è compito della Banca centrale commentare o orientare le operazioni, evitando di trasformare il dibattito in una questione da “talk show”  .
Il presidente dell’ABI, Antonio Patuelli, ha condiviso questa posizione, sottolineando l’importanza della riservatezza istituzionale e del rispetto del mercato regolato. Anche Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo, ha ribadito che il mercato bancario italiano è tra i più dinamici e competitivi dell’Eurozona, e che il consolidamento potrebbe rappresentare un’opportunità per rafforzare il settore a livello europeo.
Nicola Maione, presidente di Mps, ha difeso l’operazione lanciata su Mediobanca, definendola “una grande e bella operazione con una forte valenza industriale”, e ha dichiarato di essere fiducioso che sarà apprezzata dal mercato e dagli azionisti.
D’altro canto, Massimo Tononi, presidente di Banco BPM, ha espresso perplessità sull’Ops di Unicredit, definendola “un’offerta molto anomala”, mentre Gianni Franco Papa, CEO di Bper, ha commentato il rifiuto dell’offerta da parte di Popolare di Sondrio come una decisione più emotiva che razionale.
La politica monetaria e la necessità di un “Patto europeo per la produttività”
Sul fronte macroeconomico, Panetta ha affrontato la questione della politica monetaria e della necessità di un coordinamento europeo più efficace per stimolare la crescita. Ha evidenziato come l’inflazione nell’Eurozona stia tornando verso l’obiettivo del 2%, rendendo possibile un ulteriore taglio dei tassi di interesse da parte della BCE. Tuttavia, ha ammonito che il processo di normalizzazione della politica monetaria non è ancora concluso, e che le decisioni dovranno essere prese con attenzione per evitare squilibri.
Panetta ha poi rilanciato la proposta di un “Patto europeo per la produttività”, che non implichi necessariamente un’unione fiscale o un ministero delle finanze comune, ma che preveda un piano di investimenti condiviso per sostenere la crescita economica e l’innovazione. Questo patto consentirebbe un aumento degli investimenti in infrastrutture strategiche, la creazione di un mercato unico dei capitali più efficiente e una migliore capacità di risposta alle sfide geopolitiche ed economiche globali. Secondo Panetta, il risparmio privato europeo potrebbe essere utilizzato in modo più efficace per finanziare la crescita e ridurre la frammentazione economica tra i diversi paesi.
L’impatto dei dazi USA sull’economia europea
Un altro tema centrale affrontato dal Governatore è stato l’effetto delle tensioni commerciali globali, in particolare l’impatto dei dazi statunitensi sull’economia europea. Secondo le stime della Banca d’Italia, se i dazi annunciati dagli Stati Uniti fossero pienamente attuati e accompagnati da misure di ritorsione, la crescita del Pil globale potrebbe ridursi di 1,5 punti percentuali. Per l’Eurozona, la contrazione prevista sarebbe intorno allo -0,5%, ma l’Italia e la Germania sarebbero le più colpite, a causa della loro elevata esposizione all’export verso gli USA. Panetta ha quindi ribadito l’importanza di ridurre la dipendenza dell’Europa dai mercati esterni e di potenziare la produttività interna attraverso investimenti mirati. Ha inoltre sottolineato che la debolezza dell’attività economica rappresenta il principale rischio per l’inflazione, e che il sistema bancario deve garantire un accesso al credito più efficace per le imprese meritevoli, specialmente le PMI, che potrebbero essere le più colpite da una contrazione della domanda globale.
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