Esteri

La questione migranti rischia di sfasciare l’Europa

23
Novembre 2023
Di Gianni Pittella

In Olanda, il Partito per la libertà (Pvv) di estrema destra – guidato da Geert Wilders – ha vinto le elezioni legislative. Dopo l’indicazione degli exit poll, anche i primi risultati ufficiali lo vedono primo con il 23,8% quando i comuni scrutinati sono 64 su 346. Per il secondo posto si profila un testa a testa tra la lista congiunta Socialdemocratici-Verdi (PvDA-GL) guidata da Frans Timmermans, che raccoglie il 15% delle preferenze, e i liberali di destra (Vvd) del premier uscente Mark Rutte, guidati da Dilan Yesilgoz, che si attesta al 14,4%. Più indietro il Nuovo contratto sociale (Nsc) del cristiano-democratico Pieter Omtzigt, che ottiene il 13,9%.

Non è certo che la vittoria di Wilders lo porterà al Governo perché sarà difficile per lui trovare il sostegno della maggioranza assoluta dei membri del nuovo Parlamento.

Ma la vittoria c’è tutta ed è il risultato di una campagna elettorale fondata su: fermare l’invasione di migranti e richiedenti asilo, indire un referendum per uscire dalla UE, lottare l’Islamismo e ridurre il costo della vita.

È sin troppo evidente l’assonanza tra ciò che avvenne sette anni fa nel Regno Unito e ciò che potrebbe accadere in Olanda.

Allora un movimento alimentato maldestramente dalle menzogne di personaggi come Nigel Farage portò alla vittoria dei sostenitori della Brexit e abbiamo visto il danno che ne è conseguito sia per il Regno Unito sia per la UE.

Oggi la propaganda premiata di Wilders rischia di aprire un nuovo processo di distacco di uno dei Paesi fondatori della UE.

E il cuore del sentimento che spinge, irrazionalmente o meno, fuori dalla UE è l’idea di riconquistare la potestà nazionale su questi temi.

Ora anche uno che come me considera l’accoglienza un dovere in particolare verso chi fugge da guerre, violenze, miseria, non può non porsi la domanda se questo diritto sia stato inserito in un quadro europeo di programmazione e di gestione dei flussi in cui è Brussels che coordina osservando i principi di rispetto della dignità umana e della sostenibilità dei flussi distribuiti equamente nei vari Paesi della Unione.

Se questo nodo non si affronta, il rischio reale è che l’edificio europeo sia smontato pezzo dopo pezzo da una clava che è entrata nella psiche di moltissimi cittadini.

Occorre spiegare, chiarire e sopratutto governare i flussi se non si vuol dare la vittoria agli sfascia carrozze … Orban non a caso ha già dichiarato “il cambiamento è già qui”.

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