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In Groenlandia, Vance trova freddi il clima e l’accoglienza
Di Giampiero Gramaglia
La visita in Groenlandia, ieri, alla base di Pituffik, del vice-presidente Jd Vance e del consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz, accompagnati dalle rispettive mogli e con altri esponenti dell’Amministrazione Trump, riceve modesta attenzione dai maggiori quotidiani degli Stati Uniti, più interessati alle dichiarazioni del presidente che ha affermato con toni vagamente minacciosi: “La Groenlandia ci serve per la pace… Se non lo capiscono, glielo faremo capire…”.
In prima pagina, ma in basso, il New York Times titola con un gioco di parole: “In Groenlandia, Vance trova freddi il clima e l’accoglienza”. La delegazione statunitense, che non era stata invitata dalle autorità locali, s’è limitata a visitare la base militare ed ha rinunciato ad assistere a una corsa di slitte molto popolare.
I programmi di Vance & C. avevano irritato i groenlandesi e i danesi, che non erano stati consultati in merito – la grande isola è un territorio autonomo, ma fa parte del regno di Danimarca, che ne gestisce la politica estera -. I groenlandesi hanno accolto la delegazione statunitense con l’annuncio della formazione di una coalizione di governo che, proprio in funzione anti-americana, raccoglie tutti i partiti del locale Parlamento tranne l’unico sovranista, il meno ostile all’annessione agli Usa.
Controversie giudiziarie e dimissioni eccellenti
Anche la giornata di ieri è stata costellata dagli sviluppi delle controversie giudiziarie dell’Amministrazione Trump e da alcune dimissioni eccellenti. I media ‘trumpiani’ annunciano che l’Amministrazione s’è rivolta alla Corte Suprema degli Stati Uniti, perché si pronunci sul diritto o meno di espellere migranti illegali sospettati di appartenere a una gang venezuelana senza sottoporre i provvedimenti all’autorità giudiziaria in base a una legge del 1797 – la pretesa dell’Amministrazione è stata rigetta in prima istanza e in appello.
A proposito di migranti, il Washington Post rileva che i programmi di deportazione procedono meno rapidamente di quanto auspicato dal Trump 2. Starebbe, però, emergendo una tendenza all’auto-deportazione: molti migranti senza documenti se ne andrebbero volontariamente, sperando di potere poi tornare, senza attendere di essere individuati, arrestati e cacciati.
Sempre i media conservatori danno rilievo a una sentenza d’appello che dà via libera all’Amministrazione per la chiusura della USAid, l’Agenzia per lo sviluppo del Terzo Mondo, già ridotta ai minimi termini con il licenziamento di gran parte del suo personale.
Il Trump 2 ha invece subito una battuta d’arresto – il NYT ci apre – nelle iniziative per penalizzare studi legali che hanno condotto battaglie giudiziarie contro il presidente o per contrastare suoi atti: due importanti studi legali hanno impugnato le ritorsioni dell’Amministrazione nei loro confronti, denunciandole come illegali.
Molto rilievo hanno le dimissioni della presidente della Columbia University, Katrina Armstrong, una settimana dopo che l’Università s’è piegata ai diktat dell’Amministrazione contro i programmi pro – diversità e anti – discriminazioni per non perdere 400 milioni di finanziamenti federali.
E il Washington Post punta sul fatto che il segretario alla Sanità Robert F. Kennedy jr ha costretto alle dimissioni il responsabile dei vaccini nella Food and Drug Administration, l’Agenzia federale dei Farmaci: ai tempi della pandemia, Peter Marks era stato l’ispiratore della rapida e riuscita ricerca per un vaccino contro il Covid. Nella lettera di dimissioni, Marks sottolinea il rischio di un’epidemia di morbillo in Texas, collegata fra l’altro a un allentamento della pratica dei vaccini. Le tendenze ‘no vax’ di Robert F. Kennedy jr sono emerse fin dai primi atti del suo mandato.
Martedì 1 aprile elezioni in Florida e nel Wisconsin
Martedì 1 aprile, c’è una tornata elettorale negli Stati Uniti. Si vota, fra l’altro, in Florida: ci sono due suppletive per i seggi alla Camera lasciati vacanti da Michael ‘Mike’ Waltz, divenuto consigliere per la Sicurezza nazionale, e da Matt Gaetz, aspirante segretario alla Giustizia, che è però stato costretto a ritirare la sua candidatura per l’indegnità delle sue azioni; in Wisconsin, si vota per un giudice della Corte Suprema statale.
Secondo il Wall Street Journal, che ci apre, i repubblicani sono ansiosi in vista delle suppletive, che potrebbero dare una misura dell’insoddisfazione degli elettori per le mosse del Trump 2. E proprio per non rischiare di perdere la maggioranza alla Camera che si gioca su un seggio, Trump ha ritirato la designazione di Elise Stefanik, deputata dello Stato di New York, a rappresentante degli Usa all’Onu.
Nel Wisconsin, Elon Musk s’è dato da fare per ottenere l’elezione di un giudice conservatore, comprando di fatto i voti degli elettori, cui viene promesso del denaro se firmano una petizione (denaro che sarà pagato solo in caso di vittoria del candidato conservatore). Il procuratore generale dello Stato ha avviato un’azione giudiziaria contro Musk, per bloccarne l’azione in extremis.
