Esteri

Il nuovo equilibrio internazionale tra europee e G7

15
Giugno 2024
Di Beatrice Telesio di Toritto

Appena subito dopo la chiusura delle urne per le elezioni parlamentari europee è stato chiaro chi fossero i vincitori e i vinti nei 27 Stati membri dell’Unione europea. In quasi tutti i paesi, i partiti conservatori e sovranisti hanno ottenuto buoni risultati vedendo crescere il numero dei loro seggi, anche se la composizione del prossimo parlamento non sarà poi così diversa da quella attuale. A conti fatti, il Parlamento Europeo si è spostato complessivamente un po’ più a destra senza però alterare profondamente l’assetto dell’emiciclo, così come invece era stato prospettato da diverse stime pre-elettorali. È molto probabile che si formerà infatti una maggioranza trasversale che terrà insieme partiti di centrodestra, di centro e centrosinistra, come era già stato il caso nel 2019 con quella che aveva sostenuto l’attuale presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. Al momento però la cosiddetta “maggioranza Ursula” avrà meno seggi rispetto al parlamento uscente. Qualsiasi maggioranza deve controllare una quota superiore a 361 seggi, cioè la metà più uno dei 720 del Parlamento Europeo. Popolari, Socialisti e Liberali finora controllavano 419 seggi: nel prossimo parlamento, stando alle proiezioni, ne controlleranno 401. Sarà un problema per von der Leyen, che punta a un secondo mandato. Tra i risultati più importanti nei singoli paesi c’è soprattutto la vittoria del Rassemblement National di estrema destra in Francia: per questo motivo, poco dopo la diffusione degli exit poll il presidente Emmanuel Macron ha annunciato lo scioglimento del parlamento e nuove elezioni legislative. In Italia invece sono due le forze politiche che uscite vincitrici: il principale partito della coalizione di governo, Fratelli d’Italia (FdI), che ha ottenuto il 28,81% dei voti e si è confermato il primo partito del paese, migliorando in termini di percentuali il risultato delle ultime elezioni parlamentari nel 2022 (quando aveva preso il 26%); e il Partito Democratico con la sua segretaria Elly Schlein che è riuscita a imporsi come secondo partito italiano e il principale partito di opposizione, con il 24%.​ Terremoto o scossa d’assestamento, il risultato del voto fa eco alle mutazioni in corso in Europa. Con gli elettori preoccupati per l’immigrazione, l’inflazione, la guerra alle porte dell’Europa e il costo delle riforme ambientali non è difficile capire perché i partiti euroscettici abbiano raccolto consensi. Meno chiaro è quanto e come saranno in grado di influenzare realmente le future politiche europee.

Una prima risposta viene data proprio in questi giorni in Puglia dove è in corso il G7 a presidenza italiana, la riunione dei capi di Stato e di governo delle sette più influenti democrazie del mondo. L’incontro si è aperto giovedì con una questione particolarmente delicata, su cui negli ultimi giorni è stato raggiunto un accordo e che verrà formalizzato e discusso nel corso dei tre giorni di riunione: la concessione di un grosso prestito da più di 50 miliardi di euro all’Ucraina, che servirà a finanziare la resistenza militare e la ricostruzione delle infrastrutture energetiche del paese, che da più di due anni combatte contro l’invasione dell’esercito russo. L’accordo era atteso e sostenuto soprattutto dagli Stati Uniti e dalla volontà di Joe Biden. Alla ricerca del suo secondo mandato, l’attuale presidente americano incassa anche un’altra vittoria diplomatica questa settimana grazie al forte sostegno internazionale per il suo piano per un cessate il fuoco a Gaza. La bozza di risoluzione, presentata al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, è passata con 14 voti favorevoli e l’astensione della Russia. Il progetto in tre fasi, annunciato dal presidente americano il 31 maggio e condiviso con Israele, ha l’ambizione di porre fine alle ostilità nella Striscia. La palla è ora nella mani di Hamas che, sebbene non sembri propensa ad accettare l’impegno proposto, non ha chiuso le porte alla contrattazione, proponendo delle modifiche all’offerta, inclusa una nuova tempistica per il rilascio degli ostaggi e il ritiro delle truppe israeliane da Gaza.