Il 2024 sarà ricordato come un anno movimentato per il governo Meloni, tra successi raggiunti, difficoltà gestite con acrobazie più o meno eleganti e sfide all’orizzonte. Una Premier che si è confermata capace di navigare mari burrascosi, ma non senza lasciare scie di polemiche, tensioni interne e qualche incidente di percorso.
Partiamo dai progressi. A fine 2024, Giorgia Meloni può vantare alcuni traguardi significativi. L’Italia ha mantenuto un profilo forte in Europa, con il governo che ha spinto per una maggiore autonomia strategica dell’Unione e per politiche migratorie più severe, a lungo agognate da una certa parte dell’elettorato. Anche sul fronte economico, nonostante un contesto globale non particolarmente favorevole, sono stati fatti passi avanti nel contenimento del debito e nella gestione dei fondi del PNRR, seppure con qualche ritardo e qualche attrito con Bruxelles. Inoltre, Meloni ha continuato a cavalcare la narrativa del “cambiamento culturale”, presentandosi come baluardo di stabilità in un panorama politico spesso caotico.
Ma ogni medaglia ha il suo rovescio. Le tensioni all’interno della maggioranza hanno raggiunto picchi non indifferenti. Il 2024 ha visto il caso delle dimissioni del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, un’uscita rumorosa che ha lasciato non pochi interrogativi sul livello di coesione del governo. Anche Daniela Santanchè, sotto indagine per presunte irregolarità nella gestione delle sue aziende, ha rappresentato una spina nel fianco per Meloni, sollevando polemiche sull’etica e sulla trasparenza all’interno del governo. Frequenti anche gli scontri tra Lega e Fratelli d’Italia, con Matteo Salvini che fino a pochi mesi fa appariva sempre più desideroso di non farsi oscurare dalla figura carismatica della Premier – ma che ora tutto sommato sembra sereno nel seguire la leader di FdI.
Sul fronte internazionale, sebbene Meloni abbia rafforzato i rapporti con alcuni partner europei, non sono mancate alcune criticità. Le tensioni con la Francia restano vive, alimentate da divergenze sui migranti e dalla competizione per il ruolo di leadership mediterranea. Anche gli Stati Uniti hanno sollevato il sopracciglio su alcune scelte di politica estera italiane, come i tentativi di bilanciare le relazioni con la Cina.
E poi ci sono le sfide future: il 2025 si prospetta un anno cruciale per consolidare i risultati economici e gestire la transizione ecologica, che continua però a scontrarsi con le esigenze di bilancio, anche alla luce dei conflitti in corso. A questo si aggiunge la questione migratoria, che non accenna a placarsi e che da sempre rappresenta uno dei grandi temi del nostro paese.
Insomma, il 2024 per Giorgia Meloni è stato un anno intenso, fatto di traguardi importanti e ostacoli non facili da superare. La Premier ha dimostrato una notevole capacità di adattamento, mantenendo saldo il timone anche nelle acque più agitate. Certo, le tensioni interne e le critiche esterne non sono mancate, ma l’esecutivo ha saputo mantenere una direzione chiara su alcuni temi cruciali, guadagnandosi tempo e credito per affrontare le questioni più spinose. Il vero banco di prova ? Consolidare i risultati, ricucire le fratture nella maggioranza e continuare a convincere gli italiani che il cambiamento non è solo uno slogan.