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Germania, il centro vince, la destra avanza, i socialdemocratici crollano. Merz cancelliere
Di Giampiero Gramaglia
I centristi della Cdu/Csu di Friedrich Merz vincono le elezioni in Germania con il 29% dei voti, rispetto al 24,1% del 2021. L’estrema destra dell’AfD (Alternative fur Deutschland) è seconda, appena sotto il 20%, al 19,6% (dal 10,4%): è il miglior risultato mai ottenuto da un partito d’estrema destra nelle elezioni federali. Seguono l’Spd in crollo al 16% dal 25,7%, i Verdi al 13,3% (da 14,7%), la Linke all’8,5% (con il 4,9%, non era entrata al Bundestag).
La soglia di sbarramento è fissata al 5%. Rischiano di non avere seggi in Parlamento i liberali dell’Fdp al 4,9% (dall’11,4%) e l’estrema sinistra di Bsw al 4,7% – nel 2021, non c’era -. Dati ancora non provvisori, ma affidabili. Molto alta l’affluenza elettorale, intorno all’84%, fra le più alte, se non la più alta, nella storia della Germania riunificata: solo nel 1998 si superò l’80%, quando Gerhard Schroeder si impose su Helmut Kohl.
Se saranno solo cinque i partiti presenti nel prossimo Bundestag, e se il computo dei seggi lo renderà possibile – ci vogliono almeno 316 seggi su 630 -, la prospettiva più probabile è quella d’una coalizione tra cristiano-sociali e socialdemocratici, eventualmente con il puntello dei verdi, anche se il risultato di Afd – scrive Politico – manda “onde di shock’ in un’Europa già scossa dai successi elettorali dell’estrema-destra sovranista e nazionalista in Francia, Olanda, Austria e altrove.
Proprio l’ultra-destra esulta. Alice Weidel, la leader, parla di “risultato storico: abbiamo raddoppiato i nostri voti”. Il ‘numero due’ Tino Chrupalla dice: “Abbiamo raggiunto un risultato sensazionale”. Anche se, forse, il sostegno all’AfD manifestato dal vice-presidente Usa JD Vance e da Elon Musk può essere stato, in qualche misura, controproducente, inducendo molti ad andare a votare contro xenofobia e neo-nazismo.
Il proclama di vittoria più esplicito e più legittimo è di Merz: “Abbiamo vinto queste elezioni”. Che offre ai rivali un ramoscello d’olivo: “Abbiamo affrontato una dura campagna, sull’economia come sull’immigrazione. Ma ora dobbiamo parlarci fra di noi, per formare un governo in grado di agire … Il mondo fuori non ci aspetta e non potrà aspettare lunghi negoziati: dobbiamo procedere veloci…”.
Il cancelliere uscente Olaf Scholz ammette “una amara sconfitta” e si congratula con Merz. Weidel cerca d’inserirsi nel probabile dialogo Cdu/Csu–Spd: “La gente – dice – vuole la coalizione tra Afd e Cdu/Csu”. Ma l’estrema-destra pare destinata a restare fuori dalla ‘stanza dei bottoni’ tedesca.
Le elezioni politiche si sono svolte con sette mesi di anticipo sulla data prevista perché la coalizione di centro-sinistra guidata dal cancelliere Scholz – socialdemocratici, liberali e verdi – era collassata nel novembre scorso, dopo tre anni di continui contrasti interni, accentuati dalla crisi economica post-pandemia ingigantita dal ‘caro energia ‘ conseguente all’invasione dell’Ucraina e all’abbandono delle forniture dalla Russia.
La corsa a cancelliere vedeva in lizza quattro candidati: il cancelliere uscente Scholz, Spd; il leader della Cdu/Csu Merz; l’attuale vice- cancelliere Robert Habeck, un verde; e la leader dell’AfD Weidel. I risultati elettorali hanno sostanzialmente rispettato i sondaggi.
La Germania è la maggiore economia europea, oltre a essere il Paese più popoloso dell’Unione, ed è un membro influente dell’Alleanza atlantica – dopo gli Usa, è il secondo fornitore di armi all’Ucraina -.
Il risultato del voto, oltre a determinare chi governerà la Germania per i prossimi quattro anni, sarà decisivo per impostare la risposta europea alla postura ‘filo-russa’ dell’America di Donald Trump. Intanto, a Washington, sono attesi il presidente francese Emmanuel Macron, domani, in coincidenza con il terzo anniversario dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, e il premier britannico Keir Starmer, mercoledì. I leader dell’Ue – è stato appena annunciato – terranno un vertice sull’Ucraina il 6 marzo a Bruxelles.
Un elemento essenziale sarà il rapporto che si stabilirà tra Macron e Merz, che, nelle ultime battute della campagna elettorale, è stato molto severo nei confronti di Trump, autore di un cambio di linea a 180° sul conflitto in Ucraina. Francia e Germania sono sempre stati il motore dell’Unione europea ma, da mesi, entrambi di Paesi sono consumati da difficoltà economiche e instabilità politica.
Per Politico, nei confronti di Trump, i leader tedeschi hanno prima vissuto una fase di negazione; poi, hanno messo il lutto per l’alleato perduto; ora, provano una rabbia che potrebbe, però, sfociare nella frustrazione e, quindi, nella depressione.
Dopo il voto odierno, la Cdu si ritrova al potere sia a Berlino che a Bruxelles, dove c’è la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Più che a un duetto, UvdL e Merz rischiano però di dare vita a un duello: Politico ricorda che Ursula era la protetta della cancelliera Angela Merkel, mentre Merz ne era il rivale e, in quanto tale, era stato marginalizzato nel partito.
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