Innovazione
Cambia la PA, arriva la rivoluzione del merito. Parla Zangrillo
Di Alessandro Caruso
(Intervista pubblicata su“L’Economista”, inserto economico de “Il Riformista”)
Merito, formazione, semplificazione, queste secondo il ministro della Funzione pubblica Paolo Zangrillo, le basi per la costruzione della nuova PA, progettata per essere più funzionale con i cittadini, più veloce con le imprese e più “figa” nei confronti dei giovani.
In Consiglio dei ministri è stato approvato il disegno di legge sul merito. Cosa cambia e qual è l’obiettivo?
«Le profonde trasformazioni del tessuto sociale e produttivo richiedono anche alla Pubblica amministrazione di interpretare il contesto e sapersi adattare ai cambiamenti in atto. Il provvedimento persegue principalmente due finalità: migliorare la misurazione e valutazione delle performance dei dipendenti pubblici, che oggi avviene con un approccio meramente “burocratico”, e collegare a questo nuovo sistema di valutazione, per “obiettivi”, prospettive di crescita e di progressione di carriera capaci di valorizzare il merito. Tutto ciò a favore non soltanto di chi già opera nelle nostre organizzazioni, ma anche in funzione della necessità di essere “attrattivi” verso le nuove generazioni che rispetto al passato puntano non più soltanto alla stabilità del posto di lavoro, ma anche alla prospettiva di crescere professionalmente e personalmente. Si tratta di una vera e propria “rivoluzione del merito” che deve essere guidata dai dirigenti, gestori di persone, a cui spetta il compito, con senso di responsabilità, di prendersi cura delle persone assegnate».
Parliamo di giovani. Il decreto PA introduce novità per i diplomati negli Its Academy.
«L’obiettivo è avvicinare le giovani generazioni alla PA e, allo stesso tempo, dotarla di competenze tecniche sempre più necessarie. Oggi più che mai sono indispensabili nuovi saperi, nuove energie e quelle nuove lenti capaci di superare alcune rigidità e affrontare le sfide con uno sguardo innovativo. Per questo motivo abbiamo aperto le porte ai giovani diplomati degli ITS Academy, una prima sostanziale novità perché fino a oggi l’ingresso come funzionario era riservato solo a chi era in possesso di una laurea. Oggi ai diplomati degli ITS Academy offriamo, in un primo momento, la possibilità di essere assunti a tempo determinato. Ma anche, successivamente, l’opportunità di proseguire la carriera nel pubblico impiego, conseguendo la laurea e ottenendo una valutazione positiva del lavoro svolto. In questo percorso i giovani non saranno soli ma potranno usufruire del contributo economico per sostenere il loro percorso formativo attraverso il programma PA 110 e lode del Dipartimento della Funzione pubblica».
Il tema dell’attrattività della PA è centrale soprattutto in considerazione dei continui cambiamenti che stanno riguardando il mercato del lavoro. Cosa è cambiato negli ultimi due anni e mezzo?
«La possibilità di vedere realizzate, grazie al merito, le proprie ambizioni lavorative è sicuramente uno dei passaggi chiave per creare valore pubblico. Questa nuova narrazione è diventata realtà grazie a un reclutamento che ha aperto la PA giovani capaci di offrire competenze, anche tecniche, in linea con l’attuale contesto. Nel 2023 e nel 2024 le amministrazioni hanno assunto circa 350 mila persone, dopo dieci anni di blocco del turn over. Nel 2024 abbiamo bandito oltre 22 mila concorsi e solo nei primi mesi del 2025 sono stati pubblicati oltre 2.500 bandi per quasi 50 mila posizioni. È un risultato straordinario, raggiunto grazie alla riduzione dei tempi concorsuali: siamo passati da una media di 780 giorni registrati prima della pandemia a circa 180. Tutto questo è stato reso possibile grazie al potenziamento del Portale unico del Reclutamento (inPA), la sola porta di accesso digitale alle amministrazioni centrali e territoriali. Va detto che le nuove assunzioni rappresentano l’inserimento di nuovi profili professionali. I dati di inPA, infatti, ci dicono che si sono registrati al portale più di 2 milioni di cittadini. E di questi più del 50% ha meno di 40 anni. Una dimostrazione chiara che il pubblico impiego ora è più che attrattivo».
La formazione è un “asset” strategico per la crescita delle persone. Da questo punto di vista la PA è pronta a gestire le trasformazioni in atto? In primis quella dell’innovazione tecnologica?
«Le sfide attuali, in particolare quelle legate all’innovazione tecnologica, richiedono un investimento significativo sulle persone e sulla loro formazione continua, per renderle capaci di guidare il cambiamento e non di subirlo. Su questo fronte, abbiamo fatto passi avanti significativi. Fino al 2022 i dipendenti pubblici ricevevano in media appena sei ore di formazione all’anno. Oggi, grazie ai progetti del Dipartimento della Funzione pubblica, siamo arrivati a 24 ore, fissando con una recente direttiva l’obiettivo di raggiungere almeno 40 ore. Abbiamo potenziato la piattaforma digitale Syllabus, accessibile a tutti i dipendenti pubblici e costantemente aggiornata con nuovi corsi di formazione e comunità di pratica. L’ultimo è un corso sull’uso dell’Intelligenza artificiale. Più di 7800 amministrazioni pubbliche sono registrate alla piattaforma con 380 mila dipendenti che hanno avviato i loro percorsi formativi. Stiamo dando nuovo impulso alla digitalizzazione, perché è evidente la necessità di recuperare su ritardi ignorati per troppo tempo. E stiamo portando avanti progetti che prevedono concrete applicazioni dell’Intelligenza artificiale, non per sostituire l’intelligenza dell’uomo, ma per sottrarre a lavori “alienati” le persone impegnate nella PA, per dare migliori e più tempestive risposte alle domande dei cittadini. Abbiamo aperto Poli formativi territoriali, uno dei quali in Piemonte dedicato proprio all’IA: sono veri e propri “hub”, realizzati in collaborazione con la Scuola nazionale dell’amministrazione, le Regioni e le Università per fare in modo che le nostre persone possano formarsi direttamente sui territori».
Passando al rapporto tra PA e utenti, un tema centrale è quello della semplificazione delle procedure che molto spesso diventano un ostacolo per cittadini e imprese.
«Abbiamo avviato una vera “opera” di semplificazione delle procedure, perché nel corso degli anni si sono stratificate e che generano solo oneri per i nostri utenti. Il PNRR ci affida un obiettivo ambizioso: semplificare 600 procedure entro il 2026. A oggi, abbiamo già raggiunto quota 230 intervenendo in settori strategici come le telecomunicazioni, l’ambiente, le infrastrutture, la sanità e l’artigianato. Solo per fare un esempio abbiamo apportato un vero cambio di paradigma nel sistema dei controlli alle imprese, passando dalla logica “sanzionatoria” a quella di “prevenzione” degli illeciti. In questo modo, i controlli a cui sono sottoposte le imprese vengono razionalizzati evitando inutili duplicazioni che creano un costo per le amministrazioni e l’intero sistema imprese. I risultati raggiunti sono notevoli e stiamo continuando a lavorare con un approccio inedito, abbandonando la logica dell’autoreferenzialità per dialogare e confrontarci con tutti gli attori coinvolti. A questo proposito abbiamo lanciato la consultazione “La tua voce conta”, avviata dal Dipartimento della Funzione pubblica. Gli utenti, collegandosi al portale “ParteciPa” hanno la possibilità di compilare un questionario attraverso il quale proporre soluzioni. L’obiettivo è quello di offrire servizi sempre più efficienti ai nostri utenti».
Si è appena conclusa una nuova tappa del progetto “Facciamo semplice l’Italia”. Quali sono le sue impressioni?
«Sta dimostrando quanto siano fondamentali l’ascolto, la partecipazione attiva e il confronto diretto con i rappresentanti dei territori. L’iniziativa del Dipartimento della Funzione pubblica nasce proprio con questo spirito: raccontare quello che stiamo facendo e raccogliere suggerimenti e proposte su come modernizzare le nostre organizzazioni. Stiamo attraversando l’Italia e in ogni tappa, l’ultima lunedì scorso a Palermo, troviamo entusiasmo e una forte volontà di contribuire al cambiamento delle nostre amministrazioni. Questo ci conferma che siamo sulla strada giusta e che il nostro impegno, insieme al nostro metodo di lavoro, per una PA più efficiente, accessibile e vicina ai cittadini e alle imprese, deve proseguire con determinazione».
