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Assemblea FdI, la linea è quella del rinnovamento dopo le europee

12
Settembre 2023
Di Giampiero Cinelli

L’Assemblea nazionale di Fratelli D’Italia ha avuto come fulcro la relazione di Giorgia Meloni, che però non ha presieduto. Non l’ha fatto neppure La Russa. Il compito è stato assegnato al deputato Giovanni Donzelli, già responsabile dell’organizzazione nazionale del partito. Un chiaro segnale che l’attuale presidente del Consiglio non considera FdI come quartier generale adibito al rafforzamento e sviluppo della sua leadership, ma come casa comune e autonoma, che è stata in grado di indicare la persona che oggi rappresenta il Paese.

Un partito, quello di FdI, che al momento comunque non sembra avere particolari attriti tra le correnti. Tutt’altro. La linea è condivisa, e il vicepresidente della Camera, il veterano Fabio Rampelli, ha tenuto a specificare alla stampa che lui non esercita alcuna pressione dall’interno. Nonostante ciò, Giorgia Meloni ha capito che adesso pensare l’organizzazione della compagine è importante e va rinnovata, annunciando il rinnovo degli organi locali e il lancio dei congressi territoriali. Il nuovo congresso nazionale invece ci sarà dopo le europee, per la premier non avrebbe senso prima. Di nuovo esempio di pragmatismo e consapevolezza che gli equilibri dentro una comunità politica devono seguire le naturali vie, indifferentemente dai rapporti di forza del momento. Su una cosa la leader è stata chiara, le alleanze di Bruxelles, dove resterà il sodalizio con Ecr, la coalizione dei conservatori e riformisti, sgombrando il campo a chi pensa che il teatro europeo sia destinato a essere una tradizionale lotta tra i due grandi insiemi dei popolari e dei socialdemocratici, ma mettendo anche in chiaro che l’alleanza con Le Pen non è già scritta, anzi andrà valutata.

Non c’è ragione di disunirsi secondo il primo ministro. Perché la linea di Fratelli D’Italia è stata percepita come coerente nonostante sia sempre difficile far quadrare tutto. Sulla sicurezza, ad esempio, lo Stato ha preso strade chiare. Qui la rivendicazione sul primo decreto anti-rave, che ha, a detto di Meloni, azzerato i rave dall’inizio dell’anno, per passare al decreto sull’immigrazione via mare, controverso ma difeso sul palco dell’assemblea, fono alle ultime mosse sul disagio giovanile i cui effetti si valuteranno. Certo non si vive solo di ordine, e la difficile congiuntura economica non è stata nascosta. La Legge di Stabilità si farà con pochi soldi, ma ecco perché la Premier ha detto di rivendicare la direttiva sugli extra-profitti, con una spending review che cercherà di non colpire le fasce di reddito più basse, ancora bisognose delle varie tipologie di sconti fiscali esistenti nel nostro ordinamento tributario e considerati nella Legge Delega fiscale approvata e da concretizzare nei prossimi due anni.

Del resto i risultati economici non sono soddisfacenti ma comunque forieri di speranza, perché testimoniano un Paese che resiste e che quest’anno dovrebbe crescere più della Germania. Temi esiziali che non possono far preoccupare in merito al polverone alzato sulle nomine: «Arianna è penalizzata perché è mia sorella – ha detto Meloni – ma milita nel partito da 17 anni e pur di attaccare hanno confuso un ruolo organizzativo con quello nella segreteria del partito e del segretario di Fratelli D’Italia, ruolo che da noi non esiste». Poi sul senatore Giovanbattista Fazzolari: «Lui cura la comunicazione, E chi dovrebbe farlo? C’è il Presidente e si chiama Giorgia Meloni, e fin quando voi non deciderete di sostituirmi io eserciterò quel ruolo. E io intendo continuare a fare il presidente di Fratelli d’Italia».