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Arera, nel 2023 bonus bollette a più utenti. Mercato ancora teso

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Luglio 2023
Di Giampiero Cinelli

La presentazione alla Camera della relazione annuale di Arera (l’Autorità di regolazione del mercato energetico) era particolarmente attesa, in quanto il 2022 è stato un anno cruciale dal punto di vista delle strategie di approvvigionamento e degli eventi che hanno sconvolto il settore.

A seguito degli squilibri tra domanda e offerta dovuti all’uscita dalla pandemia e allo scoppio del conflitto in Ucraina, lo Stato ha speso 40 miliardi per venire in soccorso delle famiglie a basso reddito colpite dai rincari e, come ha osservato il presidente di Arera Stefano Besseghini, nel 2023 la platea di beneficiari del bonus per luce e gas potrebbe incrementare a 4,7 milioni, di cui 2,8 nuclei familiari, con un costo stimato per lo Stato di circa un miliardo. I prezzi delle bollette infatti, ha detto Besseghini, sebbene non abbiano continuato a seguire quella tendenza «drammatica» che si era preventivata, restano comunque impegnativi e le tensioni sui mercati ancora si registrano.

Non a caso il presidente ha dovuto comunicare la nota dolente riguardante il nostro livello dei prezzi: «Anche nel 2022 i prezzi del gas naturale per i consumatori domestici italiani (senza quindi considerare gli effetti dei bonus per il nostro Paese), comprensivi di oneri e imposte, sono stati più alti della media dei prezzi dell’Area euro per tutte le classi di consumo, anche a fronte dei prezzi più elevati mai registrati».

La discesa dei prezzi, ad ogni modo, è stata favorita dal minor consumo energetico dovuto a un «clima benevolo».

In questo senso Besseghini ha sottolineato le contromisure adottate, come in primis il cambiamento della modalità di fissazione del prezzo per il servizio di tutela gas, operata a luglio 2022, che ha portato risparmi per circa 3 miliardi di euro nel semestre invernale 2022-2023. «Considerando, inoltre, l’elevata quota di contratti nel mercato libero, indicizzati al prezzo di tutela, il vantaggio complessivo è ben più elevato. Nel luglio del 2022 si è passati da una indicizzazione basata su prodotti Ttf trimestrali forward, ad un indice basato sul prezzo ex-post, mensile, formato al Psv italiano. Il prezzo che i consumatori in tutela gas avrebbero pagato con il metodo precedente sarebbe ammontato a 240 euro/MWh, con il secondo 95», ha specificato ancora Besseghini.

Il presidente ha poi confermato che in seguito al mutamento dei rapporti con la Russia, il primo fornitore è divenuto l’Algeria, mentre è salita la quota della Norvegia. Necessario e fondamentale sarà anche l’apporto del mix energetico dato dalle altre fonti, come il termoelettrico, che è cresciuto, e dai rigassificatori come quello di Piombino.

Dalla maggior tutela al mercato libero

Nel 2022 la quota delle famiglie che hanno acquistato il gas nel servizio di tutela è scesa al 33,2% (era il 36,6% nel 2021). Il numero di clienti che ha cambiato fornitore nell’anno solare 2022 è stato di circa 2,8 milioni, con una percentuale di switching complessivamente del 13,7% (dal 11,6% del 2021) e corrispondente a una porzione di volumi del 12,5% (era 13,4% nel 2021). La categoria che ha effettuato più cambiamenti di fornitore è quella dei condomini. Inoltre, nel 2021 è cessato il servizio di tutela per le mini-imprese e nel 2023 per le microimprese. «Con la duplice finalità di garantire, per un periodo definito, la continuità del servizio e di favorire un passaggio graduale al mercato libero, è stato attivato un servizio di ultima istanza denominato ‘tutela graduale’ assegnato con specifiche procedure d’asta».

Ma il monitoraggio rispetto a queste fattispecie ha fatto emergere una fetta di persone definite «vulnerabili» sul fronte del mercato energetico. Ha proseguito il presidente di Arera: «La principale novità intervenuta recentemente è stata l’identificazione della cosiddetta categoria dei clienti vulnerabili, consumatori che in forza di una non sempre scontata fragilità rispetto alla capacità di approvvigionarsi sul mercato dovranno essere destinatari di particolari condizioni di fornitura, in particolare di prezzo. La scelta di gestire differentemente la categoria dei vulnerabili comporta un sostanziale dimezzamento della platea dei clienti interessati dalle prossime aste. Un numero quindi inferiore ma certamente consistente, stimabile ad oggi intorno ai 5 milioni di consumatori».

Il servizio idrico

«Dall’analisi degli ultimi dati tecnici disponibili sullo stato delle infrastrutture (riferiti al 2021) emerge la conferma dell’esistenza, nel Paese, di un ‘Water Service Divide’, con valori dei parametri tecnici che tendono, in linea generale, a rappresentare situazioni di maggiore criticità in corrispondenza dell’area Sud e Isole, sebbene per taluni indicatori si evidenzino miglioramenti più accentuati proprio in tali zone rispetto al resto del Paese».

Nello specifico, la media nazionale delle perdite idriche si attesta in media al 41,8% pari a 17,9 m3/km/gg, quest’ultimo dato mostra un miglioramento del 12% rispetto all’anno base sebbene persistano forti differenze a livello geografico (il cosiddetto water service divide).

Arera vede il servizio acquedottistico «essenziale ed universale, le caratteristiche di un settore energivoro. In tale chiave si consentirebbe, pur nel rispetto della promozione dell’efficienza, l’estensione di strumenti già consolidati per il contenimento dei costi energetici». L’Autorità ha ricordato che «i drammatici incrementi di costo dell’energia hanno impattato anche il settore acquedottistico in cui, ovviamente, i costi energetici sono parte rilevante dei costi di gestione. Per far fronte alla situazione emergenziale, già alla fine del 2021 l’Autorità ha previsto una componente tariffaria aggiuntiva per l’aggiornamento dei costi di acquisto di energia elettrica, volta ad anticipare almeno in parte gli effetti della crescita del costo dell’energia elettrica».

Rifiuti

«Il settore dei rifiuti è il più recente alla regolazione, cionondimeno si stanno compiendo importanti passi avanti. Vi sono naturalmente resistenze e difficoltà ma la pressione dei cittadini ad avere risposte, servizi efficienti e qualità adeguata ad un paese sviluppato, è un importante stimolo alla crescita industriale del settore. Siamo stati chiamati a regolare un servizio connotato, simultaneamente, da forti ambizioni di pianificazione (nazionale e regionale) per un verso e da grandi pressioni alla libera concorrenza per l’altro – spiega Besseghini a proposito delle nuove funzioni di Arera nel campo dei rifiuti –. Entrambe le spinte sono evidentemente animate dal fine ultimo di realizzare soluzioni che siano vantaggiose per il cittadino fruitore del servizio, ma le modalità con cui possono combinarsi di volta in volta, possono viceversa tradursi in costi aggiuntivi, in talune circostanze. Le criticità riconducibili alla complessità della governance istituzionale locale nel settore del ciclo dei rifiuti sono note da tempo e recentemente il legislatore, nell’ambito del decreto legislativo di riforma dei servizi pubblici locali, ha deciso di assegnare all’Autorità una nuova attività di monitoraggio sul rispetto della disciplina di settore per la definizione del perimetro degli ambiti territoriali e per la costituzione degli Enti di governo dell’ambito».