I sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil hanno siglato questa mattina all'Aran la pre-intesa per il rinnovo del contratto del comparto Istruzione e Ricerca dopo quasi dieci anni di blocco. La 'fumata nera' e' arrivata alle 7.15, dopo un'intera nottata di trattative. Sono coinvolti dal rinnovo 1.191.694 dipendenti, oltre un milione nella sola Scuola, 53.000 nelle Universita' (esclusi i docenti universitari), 24.000 negli Enti di ricerca e 9.500 nell'AFAM (Alta Formazione Artistica e Musicale). Il nuovo contratto si riferisce agli anni 2016, 2017 e 2018. Non hanno firmato il sindacato autonomo Snals, molto critico verso l'accordo raggiunto, e la Gilda che invece ha espresso apprezzamento per lo sforzo intrapreso dalle parti. Gli aumenti salariali sono in linea con quanto stabilito dalle confederazioni con l'accordo del 30 novembre 2016; per la Scuola, si va da un minimo di 80,40 a un massimo di 110,70 euro al mese (96 euro in media mensili) e per i docenti dell'Afam è prevista una media di 105 euro al mese. Pienamente salvaguardato per le fasce retributive più basse il bonus fiscale di 80 euro.
Nessun aumento di carichi e orari di lavoro, nessun arretramento per quanto riguarda le tutele e i diritti nella parte normativa, nella quale, al contrario, si introducono nuove opportunita' di accedere a permessi retribuiti per motivi personali e familiari o previsti da particolari disposizioni di legge. Quota parte del bonus per il merito sara' utilizzata per gli aumenti contrattuali e quindi finira' nelle tasche degli insegnanti. La restante parte sara' oggetto di contrattazione a livello di istituto. La questione delle sanzioni discipinari è stata rinviata a una successiva tornata contrattuale.
Centralità viene data anche all'esigenza fondamentale di garantire sempre di più il principio della continuità didattica agli studenti: i docenti rimarranno per almeno tre anni sull'istituzione scolastica assegnata e richiesta volontariamente. Il contratto prevede anche nuove misure a salvaguardia dei ragazzi e di un sano rapporto con i loro docenti. Si prevedono misure disciplinari per chi usa in modo improprio, ovvero con fini non coerenti con l'obiettivo dell'istruzione, della formazione e dell'orientamento, i canali di comunicazione informatici o i social per relazionarsi con gli studenti. I docenti che dovessero violare la fiducia accordatagli, mettendo in atto comportamenti o molestie di carattere sessuale nei confronti dei loro alunni, saranno licenziati.
Tra le altre novita' di rilievo c'e' il diritto alla disconnessione, a tutela della dignita' del lavoro: gli insegnanti, cioe', potranno sottrarsi all'invasivita' delle comunicazioni affidate alle nuove tecnologie. "Un milione e duecentomila tra docenti, personale Ata, ricercatori, tecnologi, tecnici, amministrativi, hanno finalmente riconquistato uno strumento forte di tutela delle proprie condizioni di lavoro" scrivono i sindacati in una nota congiunta. Il contratto "segna una svolta significativa sul terreno delle relazioni sindacali, riportando alla contrattazione materie importanti come la formazione e le risorse destinate alla valorizzazione professionale". Per il sindacato autonomo Snals, invece, i miglioramenti retributivi sono in concreto irrisori mentre problematico risulta il testo nella parte normativa. "La svolta che doveva ridare dignita' ai lavoratori della Scuola non c'e' stata" ha commentato il segretario generale dello Snals, Elvira Serafini. Ancora piu' dura la reazione dell'Anief: "gli stipendi di docenti e personale Ata verranno incrementati di appena il 3,48%: una percentuale tre volte inferiore all'inflazione, nel frattempo aumentata di ben 14 punti". Ovviamente soddisfatta la ministra per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, che ha parlato di "un riconoscimento giusto e doveroso a tutte le donne e gli uomini che si occupano della formazione e della crescita dei bambini e dei ragazzi". "Non e' un contratto elettorale, abbiamo lavorato 4 anni per trovare le risorse" ha precisato Madia ai microfoni del Gr1. Soddisfatta anche la ministra dell'Istruzione, Valeria Fedeli, secondo la quale "gli aumenti garantiti e le novita' contenute nel contratto avviano un percorso significativo di valorizzazione delle professionalita' che lavorano nei nostri settori che ora deve proseguire con convinzione".
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