Lavoro
In manovra il ritorno dei voucher. Come funzionano e a cosa servono
Di Giuliana Mastri
Con la manovra 2023 tornano i voucher, che erano stati fortemente limitati in entità e disponibilità per decreto legge nel 2017 con il governo Gentiloni. Ora sarà possibile utilizzare questi tagliandi da parte di aziende con un massimo di 10 dipendenti, per remunerare prestazioni occasionali che non superino il valore complessivo di 10.000 euro lordi e avranno un valore di 10 euro lordi (7,50 euro netti). L’uso dei voucher sarà limitato però al settore agricolo, della cura alla persona e dei lavori domestici, oltre alla ristorazione, caffè e catering-alberghiero.
Il mini-assegno può essere dato solo a chi ha meno di 25 anni per quanto riguarda la categoria studenti, oppure ai disoccupati, i pensionati e chi prende il reddito di cittadinanza. In agricoltura il voucher non può coprire un periodo di lavoro superiore a 45 giorni.
Il datore di lavoro può richiederli all’Inps o in tabaccheria. Proprio come in passato, i voucher lavoro reintrodotti dal 1° gennaio 2023 garantiranno una copertura previdenziale Inps e una copertura assicurativa presso l’Inail.
Nella bozza della manovra i buoni lavoro vengono introdotti dall’articolo 63 (Modifiche alla disciplina delle prestazioni occasionali), laddove le modifiche sono all’articolo 54 bis del decreto del 2017, quello che applicava la stretta ai voucher. Viene infatti innalzato anche il limite di reddito percepibile, che prima era sceso a 5.000 euro come deciso nel Decreto Dignità del 2018.
Soddisfatta Confesercenti, che registra che alcuni settori, come l’agricoltura e l’horeca potranno usufruire di un sistema semplice per la gestione del personale aggiuntivo stagionale o occasionale.
I voucher saranno particolarmente vantaggiosi quindi anche per le piccole e medie imprese italiane, e Confesercenti chiede che questi buoni vengano effettivamente estesi a tutte le attività del turismo. Posizioni concilianti anche da parte di Coldiretti, d’accordo all’idea che questi buoni potranno essere utilizzati dal settore agricolo semplificando la burocrazia intorno a questo tipo di lavoro. Diversa la posizione dei sindacati, in cui non sono mancati malumori e allarme di ulteriore precarietà, posizione rimarcata soprattutto dalla Usb.