Lavoro

ITS, crescono e danno lavoro. La laurea non è più l’unica opzione

16
Settembre 2024
Di Giampiero Cinelli

Chi termina scuole superiori di ambito tecnico o professionale e vuole perfezionare le sue competenze, da qualche anno può optare per un percorso diverso da quello universitario e scegliere un ITS, ovvero un istituto tecnico superiore che lo prepara a mansioni specifiche, molto richieste dalle aziende, con la possibilità di accedere a stage e molto spesso trovando un’occupazione dopo il percorso di formazione. In questo senso il lieto fine è molto frequente, la percentuale di chi ottiene un lavoro a un anno dal diploma si aggira sull’80% e spesso va oltre, come certifica Indire, l’Istituto nazionale di documentazione sull’innovazione e la ricerca educativa.

Il 2023 è forse anche più roseo: come vediamo dal monitoraggio Indire, «su 349 percorsi terminati al 31 dicembre 2022, erogati da 98 ITS Academy, ai percorsi (biennali e triennali) hanno preso parte 9.246 studenti, e alla fine dei percorsi i diplomati sono stati 7.033 (il 76,1% degli iscritti). I diplomati per l’87,0% (pari a 6.121) risultano occupati a un anno dal diploma e dispongono di un contratto di lavoro stipulato entro dicembre 2023. Di questi il 93,8% (pari a 5.744) con un lavoro coerente con il percorso di studi svolto». Le aree nelle quali questi occupati si riversano maggiormente sono quelle della meccanica, della mobilità sostenibile, dell’efficienza energetica e delle tecnologie per i beni turistici.

Gli Its sono in tutto 146, La maggior parte degli ITS Academy è localizzato in Lombardia (25); seguono Campania (16), Lazio (16), Sicilia (11); Puglia (10); Toscana, Calabria e Campania (9); Veneto(8); Emilia-Romagna, Piemonte (7); Liguria e Abruzzo (6);  Sardegna (5); Marche, Friuli Venezia Giulia (4); una sola Fondazione è presente in Molise, Umbria e Basilicata. Sono organizzati in 6 aree tecnologiche, gli indirizzi maggiormente presenti sono quelli delle strutture dedicate alla mobilità sostenibile, all’efficienza energetica, alle tecnologie per il made in Italy (60). La maggior parte degli iscritti sono uomini, concentrati nella fascia 20-24 anni, ma la formazione è aperta anche a persone in età più adulta e a professionisti già occupati. Un Its ha spesso come partner delle aziende, che supportano la pianificazione didattica e concordano stage, ma che spesso sono decise ad assumere chi termina i corsi con merito. Il 28% delle imprese partener ha dai 50 ai 249 addetti, il 33% dai 10 ai 49, il 12,1% oltre 500 addetti. Sono 3.564 i partner, di cui imprese e associazioni di imprese.

Gli ITS sono finanziati dal Ministero dell’Istruzione, dal Fondo Sociale Europeo e dalle regioni. Il diploma Its ha valore europeo, ma non si tratta di una vera e propria laurea. Nonostante ciò, e qui si pone un tema, il numero di occupati che riesce a produrre è superiore a quello di un tradizionale corso in ateneo triennale o magistrale. Ciò può spingere le università a rivedere i modelli d’istruzione, considerando anche che nel tempo i legami tra aziende e Its dovrebbero farsi sempre più stretti, che questi istituti stanno beneficiando dei fondi del Pnrr e che anche per loro la politica pensa a misure di agevolazione e incentivi, al fine di potenziarne le prestazioni e il numero di iscritti. Si vuole arrivare a 30.000, quindi circa 5.000 studenti in più rispetto al 2023, che è l’anno di cui si hanno gli ultimi dati.

Da parte loro, gli ITS dovranno fare in modo di migliorare il rapporto tra iscritti e diplomati e tra idonei e iscritti.

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