Lavoro

Il turismo torna a trainare l’economia, ma restano ancora vari nodi. Una sfida per il nuovo governo

06
Ottobre 2022
Di Flavia Iannilli

L’Italia mostra il fianco più attrattivo e le viene riconosciuto. Dopo essere stato uno dei settori più colpiti sotto pandemia, il turismo torna a registrare numeri incoraggianti e con una marcia in più. Il fascino del Belpaese non si ferma alla sfera puramente culturale e storica per la quale è famoso ma si appoggia agli eventi internazionali che ha avuto il compito di ospitare. Nonostante la scarsa affluenza che precedentemente si registrava da parte di russi e cinesi, il vero core business del turismo italiano, ridotta a causa dell’invasione dell’Ucraina e dalle chiusure derivanti dal Covid19, il mix di nazionalità ha compensato in maniera soddisfacente tale carenza.

I dati registrati dal Ministero del turismo e da ENIT (Agenzia Nazionale del Turismo) nel mese di settembre sono chiari: l’Italia guida la pole position europea per tasso di saturazione medio delle strutture ricettive OTA (Online Travel Agencies) con il 56% davanti a Grecia, Spagna e Francia. Direttamente proporzionale è stata la crescita del numero di prenotazioni aeroportuali internazionali dirette in Italia (+117% rispetto al 2021). Numeri che non intendono deludere soprattutto per quanto riguarda novembre, mese in cui si dovrebbe raggiungere il +157% sempre in relazione al 2021.

Ma a tirare un sospiro di sollievo non sono solo le strutture ricettive. Secondo i dati Global Blue a partire all’attacco è il Tridente di Roma, cioè quello racchiuso tra le strade che partono da Piazza del popolo, che hanno realizzato il 68% della spesa tax free staccando i valori pre-pandemici. A fare da capofila all’orda di turisti riversatisi nella Capitale sono gli americani, i quali (con il 43%) raddoppiano le stime registrate nel 2019. Ad occupare una posizione rilevante sono gli arabi i quali, seguiti da canadesi e australiani, hanno aiutato Firenze a migliorare i propri standard pre-Covid. Ma a interessare in maniera particolare è la variante britannica che può godere del beneficio del tax free solo dal 2021. Turisti che, all’interno del tanto ricercato Made in Italy, trovano il ramo Fashion&Clothing nettamente più appealing degli altri; non a caso si aggiudica il 75% delle spese tax free (98% più alto rispetto al 2019).

Sicuramente eventi come la Milano Fashion Week, gli ATP Finals di Torino, gli Eurovision e i mondiali di nuoto sono stati una vetrina eccellente per l’Italia, ma anche agli osservatori meno attenti non sarà sfuggito un aumento dei prezzi. Programmare un week end in un capoluogo non deve coincidere solo con l’agenda personale ma anche con una disponibilità economica che non scenda al di sotto di 250 euro a notte. Inoltre se da una parte le strutture di ristorazione si sono fatte trovare all’altezza, dall’altra il nuovo governo dovrà affrontare il problema dell’occupazione di suolo pubblico che tanto sta facendo parlare. Motivo per cui molti comuni si stanno mobilitando in maniera differente e autonoma.

Per quanto il governo Meloni possa trovare nel turismo un grande alleato che gli può conferire una spinta propulsiva non indifferente, davanti si pone una nuova sfida che dovrebbe spingere a trovare un equilibrio tra i flussi interni ed esterni. Un bilancio che porti ad una ripresa che non penalizzi nessuno. Le scelte sulla composizione del governo, in tal senso, potrebbero essere un buon punto di partenza: serve molta competenza e una efficace conoscenza del comparto e di tutti i suoi player.

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