Lavoro
Il tesoretto del Superbonus: oltre il 2022 per rilanciare il settore, fare cassa e dare lavoro
Di Redazione
La proroga del Superbonus 110% a giugno 2022 evidentemente non basta per sfruttare al meglio il tesoretto economico e sociale che questa leva fiscale porta con sé.
Numeri impressionanti, al livello di vera e propria Manovra Finanziaria. Li ha svelati il Ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, durante il question time alla Camera, rispondendo a sollecitazione di Alessandro Cattaneo (Forza Italia).
“In base alle stime Cresme”, ha detto Giovannini “gli incentivi fiscali per il recupero edilizio e riqualificazione energetica hanno interessato dal ‘98 al 2020 21 milioni di interventi, 346 miliardi di euro di investimenti. Ben 28.7 miliardi di euro nel solo 2019 (inclusi superbonus 110%, ecobonus, sisma bonus e bonus facciate), con detrazioni fiscali per i contribuenti nel periodo pari a 12,7 miliardi di euro. Le misure hanno dato lavoro a 255mila occupati l’anno. Tra PNRR e Fondo Complementare saranno a disposizione oltre 18 miliardi di euro.
Numeri da brividi (una volta tanto positivi), che stanno spingendo il dibattito pubblico verso la richiesta al governo di una nuova proroga dei bonus. Più ampia e di respiro.
Lo aveva sottolineato a Giovannini lo stesso Alessandro Cattaneo (Forza Italia): “L’utilizzo della leva fiscale funziona, soprattutto in ambito edilizio. Sarebbe opportuno operare immediatamente una proroga di tutti gli strumenti messi in campo per rimettere in moto un settore fondamentale della nostra economia. L’incertezza frena la crescita, i cittadini se non sono certi di rientrare nei parametri temporali non avvieranno nuove pratiche, gli imprenditori subiranno le conseguenze di questa incertezza e le banche non daranno più i prestiti. Un circolo innescato in maniera virtuosa rischia di diventare vizioso”.
Cattaneo è sceso anche in dettaglio su cosa si potrebbe fare: “Il governo potrebbe prevede la proroga del superbonus e delle altre misure fiscali,come sismabonus 85%, ecobonus 65%, bonus ristrutturazioni 50% e facciate 90%, indispensabili per accelerare interventi di riqualificazione e rigenerazione urbana, nonché avviare tutte le iniziative normative volte a rafforzare tali benefici, anche semplificandone ulteriormente l’accessibilità”.
D’altronde il Premier Draghi è stato chiaro: “E’ il momento di dare, non di prendere. Di accompagnare la crescita, non di redistribuire ricchezza”. Si tratta ora di dare lungimiranza ad un progetto che ha già mostrato la sua bontà sotto tutti i punti di vista. Magari semplificando al massimo la burocrazia che lo caratterizza.
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